Mettere a repentaglio la propria vita richiede un coraggio fuori dalla norma. Le motivazioni possono essere diverse. Per un guadagno personale, ed è un conto. Per difendere altri umani, ed è un altro. Ce n’è una terza che non si prenderebbe neanche in considerazione: per difendere degli animali in via di estinzione e con essi la cultura della legalità ed un modello di vita sostenibile e rispettoso di ciò che ci circonda. Questa terza ipotesi accade, nel Parco di Virunga e in altri Parchi della Repubblica Democratica del Congo. Il 18 dicembre scorso un altro ranger, Atamato Madrandele, è morto, ucciso dai ribelli MaiMai mentre tornava nell’ufficio centrale del suo Parco. Esiste un blog, in cui si possono seguire le notizie riportate dal Direttore del Parco Emmanuel De Merode. Esiste anche, in Italia, un progetto per aiutare le famiglie, Ie vedove e gli orfani, di questi uomini straordinari.
Il ranger Atama si era da poco trasferito in un Parco vicino, quello di Upemba. Ecco cosa scrive Emmanuel De Meroda, il 18 dicembre scorso: “Abbiamo appena ricevuto la tragica notizia che Atama, che era il nostro responsabile per il settore settentrionale del Virunga fino allo scorso anno, è stato assassinato dalle milizie Mai Mai, mentre stava tornando in moto al suo ufficio centrale nell’Upemba National Park.
Atama è stato il primo ranger che ho incontrato quando sono arrivato in Congo, da giovane ricercatore nel 1993. Abbiamo lavorato insieme al Garamba National Park per diversi anni, ed è stato in sua compagnia che il mio amore per la fauna selvatica del Congo è cresciuto, insieme con il mio affetto per la sua gente. Ha iniziato come un ranger-giovane, non per mancanza di istruzione o di competenza (era un insegnante qualificato prima di entrare nel parco), ma lentamente e costantemente è salito di grado . Nel 2001, quando mi sono trasferito a Virunga è venuto con me e insieme abbiamo iniziato il nostro lavoro di ricostruzione del parco. E’ stato comandante a Ishango, dove ha costruito la pista di atterraggio e addestrato un gruppo di ranger. Era il nostro primo tentativo di riportare il Virunga in vita, e mi ha regalato alcuni dei momenti più impegnativi e gratificanti della mia vita.
Ho nominato Atama responsabile del settore di Mutsora nel 2008, ed era il primo incarico che davo. Era un sostegno critico per me e per i suoi uomini in quei giorni difficili che hanno portato alla guerra CNDP. Due dei suoi rangers sono stati uccisi dalle milizie Mai Mai in episodi distinti nelle settimane che seguirono la sua nomina, e questo ha messo alla prova le sue responsabilità attraverso la guida di cui i suoi uomini avevano bisogno e una profonda compassione verso le famiglie dei suoi ranger caduti.
Atama lascia una vedova, una figlia e un figlio. Vorremmo cercare di alleviare un po’ della loro angoscia dedicando loro la nostra campagna del periodo natalizio.
Era un ranger eccezionale e un buon amico.”
Qui trovate il sito del Parco del Virunga dove è possibile fare delle donazioni. A questo link , invece, un video sul progetto della Riserva di Monterano.
Navigando le pagine del sito del parco, si imparano a conoscere i maschi di gorilla Lulengo e Munyaga con le loro rispettive famiglie e si scopre che nella famiglia di Kabirizi è nato da poco un cucciolo. Si impara che se i segugi da noi affiancano i cacciatori nella ricerca delle prede, in Congo i rangers li addestrano per scovare i bracconieri, che negli ultimi 20 anni sono stati uccisi circa 150 guardiaparco mentre svolgevano il loro compito, che gli elefanti stanno progressivamente scomparendo perché barbaramente mutilati dai cacciatori di frodo, che i cuccioli di gorilla orfani hanno qualche speranza di sopravvivere perché c’è qualcuno che si prende cura di loro.
Il Virunga, il più antico parco africano, oggi è patrimonio dell’Unesco. La sua peculiarità è la presenza, al suo interno, di esemplari di Gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei), una delle quattro sottospecie del genere Gorilla, a rischio di estinzione a causa del bracconaggio e della frammentazione degli habitat. Data l’importanza della sottospecie e degli habitat presenti e la criticità della situazione attuale, risulta fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche che non riguardano solo la popolazione locale e i ricercatori. Proteggere specie ed ecosistemi, infatti, rappresenta un’esigenza per il pianeta in sé, una necessità per ogni individuo che sappia riconoscere alla biodiversità la sua giusta importanza.