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Balenottere: ora si studiano con i sismografi

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 14.05.2013

La balenottera comune è il secondo animale più grande mai vissuto sulla Terra e uno dei meno compresi. Paradossalmente sono le grandi dimensioni dell’animale e i sui particolari comportamenti che lo rendono particolarmente difficile da studiare.

Non solo, non conoscendone le rotte e i comportamenti, queste balenottere hanno un rischio molto più alto di impattare contro navi dalla navigazione veloce, le cui rotte ad oggi non sono vincolabili per proteggere le balene, proprio perchè di questi animali non si conoscono gli spostamenti. Conoscere gli spostamenti potrebbe aiutare a proteggerle, anche cercando di capire dove si nutrono.

Uno degli otto sismografi utilizzati nella ricerca John Delaney and Deborah Kelley, UW (taken with remotely operated vehicle Jason)

Uno degli otto sismografi utilizzati nella ricerca John Delaney and Deborah Kelley, UW (taken with remotely operated vehicle Jason)

Un esempio del rischio che corrono questi grandi mammiferi è stato evidente con il ritrovamento di una balenottera su una spiaggia di Seattle questa primavera.

I ricercatori dell’Università di Washington hanno avuto un’idea particolare per tracciare gli spostamenti delle balene: utilizzare dei sismografi che si trovano su fondo marino. Grazie ai dati registrati in questo modo sono stati pubblicati già tre articoli sul Journal of Acoustical Society of America. Questi studi sono i primi che riescono a coniugare dati sui richiami delle balene e sui loro spostamenti.

Le prime ricerche avvennero circa 10 anni fa quando monitorando una zona sismicamente molto attiva a più di un miglio di distanza dalla costa di Washington, in tre anni si registrarono 40.000 piccoli terremoti e centinaia di migliaia di richiami di balenottere.

“Nel corso dei mesi invernali abbiamo registrato molti terremoti, ma anche molti richiami delle balene”, ha detto il ricercatore principale William Wilcock, un professore di oceanografia. In un primo momento i richiami delle balenottere si sovrapponevano ai segnali sismici ed erano piuttosto fastidiosi”
Nel 2008, Wilcock ha ottenuto dei finanziamenti dall’ Office of Naval Research per studiare i richiami delle balene che fino ad allora non erano stati tenuti in considerazione.
Mentre gli studi precedenti erano riusciti ad analizzare i richiami di due o tre balene per volta, questa ricerca è riuscita a mettere insieme più di 300.000 richiami.
Il funzionamento è simile a quello del GPS di uno smartphone che trova la posizione di una persona confrontando i percorsi di diversi satelliti. I ricercatori hanno seguito il richiamo di una balena dagli otto sismografi per calcolarne la posizione e il percorso.

I ricercatori hanno individuato 154 percorsi individuali di balenottera comune e scoperto tre categorie di canti delle balene che nuotano a sud in inverno e all’inizio della primavera del 2003. Hanno anche scoperto che ci sono delle balene che viaggiano verso nord ad inizio autunno, in anticipo sugli altri gruppi emettendo un canto più acuto.

“Una ipotesi è che si tratti dei maschi giovani che non hanno alcun motivo per andare a sud per la stagione riproduttiva”, ha spiegato Dax Soule, dottorando che ha partecipato alla ricerca. “Non possiamo dirlo con certezza, perché si sa così davvero poco sulle balenottere. Per darvi un’idea, non si sa nemmeno come o perché emettono il loro richiamo”.

Il richiamo della balena non è melodico, è lungo circa 25 secondi e ha caratteristiche che lo rendono particolarmente rilevabile dai sismografi e analizzabili dai computer.

“Ci piacerebbe sapere dove sono le balenottere in un dato momento e in che modo la loro presenza potrebbe essere collegata alla disponibilità di cibo, alle condizioni oceaniche e alla geologia fondo marino”, ha detto Michelle Weirathmueller che ha collanoborato alla ricerca. “Questo è un incredibilmente ricco set di dati che può iniziare a tirare insieme le informazioni che ci servono per collegare le balenottere con i loro ambienti profondi dell’oceano.”

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