“Sola al mondo, senza padre né madre, lei correva, ansimava, muta, concentrata. (…) Stupida, timida e libera. Non vittoriosa come sarebbe stato un gallo in fuga, cosa c’era nelle sue viscere che faceva di lei un essere? La gallina è un essere (…)”.
La domanda della grande scrittrice Clarice Lispector pare che abbia oggi una risposta scientifica, cui lei comunque era già arrivata in forza dell’arte, in forza della sua sensibilità di scrittrice.
Nelle viscere della gallina, dei polli d’allevamento e, d’altra parte tutti i polli sono d’allevamento, c’è davvero qualcosa che fa di lei un essere.
Ricerche scientifiche hanno provato che i polli d’allevamento sono molto più intelligenti di quanto sino ad ora si pensasse. Da un articolo di “Le Scienze”: Le capacità cerebrali dei polli suggeriscono che nel regno animale l’intelligenza possa essere più diffusa di quanto si ritenesse. L’immagine della mente del pollo che sta emergendo da queste scoperte ha implicazioni etiche sul modo in cui vengono trattati negli allevamenti intensivi.
I polli hanno soprattutto empatia. Cioè simpatie, antipatie, e questo è il vero problema per loro, provano dolore.
I polli d’allevamento, le galline ovaiole sono tra gli esseri più sfortunati della terra, insieme ai maiali e alle vacche, i pulcini maschi appena nati e ancora vivi vengono triturati per farne mangime. I polli per l’ingrasso vengono tenuti immobili (gli si atrofizzano le zampe) col becco tagliato perché non si feriscano in spazi angustissimi e qui vivono, una vita breve (per loro fortuna). Poi sono assassinati. Le galline ovaiole hanno la tortura dello spazio troppo esiguo e di non toccare mai la terra, mai vedere la luce del sole. Sono perseguitate invece dalla luce di lampade che sempre simulino la luce del giorno. Se pensiamo a certe forme di tortura nelle carceri delle dittature e non solo, dobbiamo pensare o all’isolamento o all’affollamento e poi a una luce sempre accesa, che mandi in tilt il sistema notte/giorno, che ci faccia impazzire. Impazziscono infatti anche le galline e intanto producono uova, uova malate, uova dolenti, uova grondanti sofferenza.
Mio padre, siciliano, era contadino nell’intimo, poi fu carabiniere, amava la terra e per un certo tempo allevò galline, quando non poté più occuparsene si decise di ucciderle, erano poche, e ci fu la strage.
Mio padre ne aveva già ammazzata qualcuna, ma non era capace, gli tremava la mano e per le poverette era peggio. Le ammazzava e non le mangiava. Ma noi sì. La strage fu compiuta invece come un gioco da me e alcuni amici. Io personalmente nemmeno le vidi le povere vittime, ma ero lì, nel terreno, allora ricordo che era quasi divertente vedere come scappavano e i balzi per seguirle. Ancora adesso ho questo amaro profondo nel cuore, questo dolore sordo di avere riso della loro morte, di aver permesso la loro morte.
Da qualche anno non mangio più carne e compro le uova dove ci sia scritto non solo galline allevate a terra, ma anche all’aperto. Il codice, cioè il primo numero che da la classe, deve essere 0 (zero).
Almeno questo per loro possiamo farlo, premere da consumatori perché gli allevamenti siano più “empatici” proprio come i polli!
se inizia con zero o uno è allevato all’aperto; se col 2 è allevato a terra ma in capannone, con neon 24 ore; se inizia col 3 siamo in gabbie sovrapposte e becco tagliato senza complimenti (in tali condizioni si cannibalizzano a vicenda). zero, uno, due iniziali consentono di …aprire le ali, razzolare, far bagni di sabbia, appollaiarsi, deporre uova in nido. Chi avesse ..”vinto” il 3 invece non avrà questi comportamenti naturali. Mangiare 2 uova bio ci costa 80 centesimi: possiamo permettercelo ?
http://blog.ilsalvagente.it/bancofrigo/2013/01/14/uova-etiche-si-ma-vallo-a-chiedere-al-cassaintegrato/