I cacciatori con licenza che verrano colti a cacciare di frodo non saranno imputati contro il patrimonio dello Stato. La LAV denuncia l’accaduto e promette di riproporre il voto
“Con 388 no a fronte di 81 si l’Aula della Camera ha bocciato mercoledì scorso – forte del parere negativo dato da Governo e Commissione Giustizia – un emendamento presentato dal M5S che intendeva estendere l’applicabilità dei reati contro il patrimonio dello Stato ai casi di bracconaggio commessi da cacciatori che possiedono una regolare licenza di caccia”, ha spiegato la LAV in un comunicato.
Attualmente, spiega l’associazione, i cacciatori che vengono sorpresi in atti di bracconaggio non sono imputabili dei reati contro il patrimonio, cosa che invece accade a coloro che non sono “cacciatori regolari”.
L’emendamento proponeva di eliminare questa differenza di trattamento visto che il danno apportato al patrimonio naturale è il medesimo.
“Storicamente il bracconaggio, in particolare quello a danno di animali protetti, è stato sempre punito nel nostro sistema normativo con sanzioni modestissime con conseguente irrilevante effetto preventivo e repressivo – ha dichiarato il Dott. Maurizio Santoloci, magistrato e direttore dell’ufficio legale della LAV – La teoria giurisprudenziale del “furto venatorio” negli anni scorsi ha invece consentito di operare una efficace azione di contrasto anche alle forme di bracconaggio più cruente ed odiose, anche con arresto in flagranza di bracconieri”.
“Non codificare tale principio in una norma organica – prosegue il Dott. Santoloci – rileva chiaramente una mancata volontà di affrontare in modo serio e concreto le forme di caccia illegale di ogni tipo ma soprattutto quelle a danno di animali protetti. Resta da chiedersi: perché non approvare una norma severa finalizzata soprattutto a contrastare chi distrugge la nostra fauna protetta?…“.
Purtroppo la categoria “cacciatori” ha storicamente il nume protettore nella sinistra che permette si continui la lotta alla selvaggina “selvatica” alla faccia dei cosiddetti ambientalisti e verdi di tutti i colori. Oltre a ciò è diventato endemico l’allevamento brado dei cinghiali ,sempre per il divertimento dei sigg. cacciatori a spese dell’agricoltura.
Ma questa è una battaglia contro i mulini a vento del mitico Don Chisciotte : a quanto pare il numero dei cacciatori è pascolo politico ed elettorale da non disprezzare , come quello dei cattivi insegnanti dei dipendenti pubblici assenteisti dei baby-pensionati e dei maxi-pensionati che MAI nessuno riuscirà a tagliare , alla faccia del debito pubblico.