GENOVA – Lo scoiattolo grigio e quello rosso tornano a far parlare di sé, riaccendendo l’annoso e delicatissimo dibattito sulle specie alloctone, ossia quelle specie presenti in aree estranee al loro areale originario.
A suscitare il rinnovato fervore, stavolta, una discussa sentenza del TAR che in seguito al ricorso della onlus V.A.S (Verdi Ambiente e Società) il 5 Febbraio sospendeva in via cautelare le catture degli scoiattoli, finalizzate alla sterilizzazione ed avviate solo pochi giorni prima all’interno del Parco di Genova Nervi. A distanza di due settimane, però, la pronuncia definitiva del TAR ligure: ricorso respinto, il piano prosegue.
L’esperienza di Genova: il controllo mediante sterilizzazione chirurgica
“La soppressione di animali non è mai cosa piacevole e crea sempre opposizione da parte di gruppi di cittadini”, questo il Prof. Bertolino dell’Università di Torino tiene a chiarirlo, facendo però presente che il funzionamento di tecniche alternative come l’immunocontraccezione (o sterilizzazione chimica) non è stato ancora accertato su popolazioni presenti in ambienti naturali non confinati.
Tuttavia, proprio per venire incontro alla sensibilità di molti cittadini, il progetto LIFE EC-SQUARE ha previsto a Genova l’utilizzo della sterilizzazione chirurgica, una tecnica già testata e decisamente meno impattante sugli animali rispetto alla soppressione. La sterilizzazione chirurgica è una soluzione costosa e tecnicamente complessa applicabile solo con popolazioni molto limitate, che prevede nell’ordine cattura, trasporto in clinica, operazione, assistenza nel decorso post-operatorio e successiva liberazione degli scoiattoli, chiaramente in aree differenti da quella iniziale, altrimenti, come spiega Bertolino, si finirebbe per ricatturare sempre gli stessi animali.
La delicatezza con cui si è cercato di affrontare la questione, tuttavia, non è bastata a garantire il placet della comunità locale, ormai abituata alla presenza dello scoiattolo grigio e piuttosto determinata a difenderne le sorti indipendentemente dalla sua provenienza, considerato inoltre che, stando alla voce popolare, Genova Nervi è ben lontana dall’essere affollata di scoiattoli rossi.
A tal proposito il Prof. Bertolino chiarisce: “Dentro i parchi di Nervi gli scoiattoli grigi non creano particolari problemi, anzi sono un’attrattiva per i cittadini che vi sono molto affezionati. Purtroppo ci sono già segnalazioni di animali nelle colline oltre l’abitato e il grosso rischio, che motiva l’intervento, è che gli scoiattoli grigi possano raggiungere l’Appennino ligure, mettendo seriamente in pericolo la sopravvivenza dello scoiattolo rosso in quell’area”.
La questione delle specie alloctone, appare chiaro, non è destinata a risolversi pacificamente in breve tempo, ed è necessario un notevole sforzo per raggiungere una per quanto possibile chiara ed obiettiva visione d’insieme. Un dialogo aperto, la volontà di individuare ed applicare metodi conciliatori, ma al tempo stesso risolutivi.
“La biodiversità è l’insieme di specie ed ambienti presenti nei nostri territori, il risultato unico ed insostituibile di centinaia di migliaia di anni di evoluzione, e se pensiamo che la sua difesa sia un valore, interventi di questo tipo sono necessari”, ha spiegato Bertolino, aggiungendo che “difendere lo scoiattolo rosso dallo scoiattolo grigio o gli uccelli che nidificano sulle isole del Mediterraneo dai ratti è come difendere Pompei o la Cappella Sistina: fanno parte del nostro patrimonio naturale e artistico e rappresentano l’identità del nostro paese”.
La strategia europea: prevenzione e controllo
“Se c’è da individuare una responsabilità, questa, come al solito, va ricercata nella gestione quanto meno irresponsabile di homo sapiens” dichiara Massimo Vitturi, Responsabile del settore caccia e fauna della LAV, sottolineando l’ingiustizia insita nel far pagare agli animali gli errori commessi dall’uomo e mostrandosi scettico sulle prospettive di successo di azioni intraprese ormai in ritardo rispetto al danno.
Sulla responsabilità dell’uomo è d’accordo anche l’Europa, che ha recentemente elaborato un Regolamento Comunitario per affrontare la questione delle specie esotiche invasive. Il documento propone una strategia, da coordinare a livello europeo, basata su prevenzione e controllo.
Molte specie di rettili, uccelli e mammiferi, così come è stato del resto per lo scoiattolo grigio, entrano infatti nel nostro paese attraverso il commercio di animali, e “prevenire”, ci spiega il Prof. Bertolino, “vuol dire identificare le ‘vie d’ingresso’ delle specie e intervenire per ridurne i rischi”.
In questa direzione si è mossa anche l’Italia, approvando a dicembre 2012 un Decreto Interministeriale che vieta in tutto il territorio nazionale il commercio, l’allevamento ed il possesso di esemplari di scoiattolo grigio, scoiattolo di Pallas e scoiattolo volpe: il primo intervento, sottolinea Bertolino, che impone limiti al commercio di animali con l’obiettivo esplicito di tutelare la biodiversità.
Stabilito il danno, come rimediare?
Pur adottando una logica preventiva, resta comunque da capire come regolarsi rispetto alle specie alloctone già introdotte e stabilite nel nostro paese: questione altamente dibattuta e controversa, come dimostra il caso di Genova.
Dal punto di vista scientifico, il verdetto è inesorabile: laddove la specie determini impatti negativi sugli ecosistemi occorre intervenire, se possibile con l’eradicazione, ovvero una rimozione completa che risolva definitivamente il problema. Quando la specie è però troppo diffusa l’unico rimedio consiste in azioni di controllo annuali, piuttosto costose e peraltro neanche risolutive: è quello che accade con topi, ratti, zanzara tigre, punteruolo rosso, e l’estremamente discussa nutria. Quest’ultima, come spiega il Prof. Bertolino, condiziona negativamente gli ecosistemi acquatici limitando lo sviluppo della vegetazione e distruggendo i nidi in acqua degli uccelli, e con la sua azione di scavo provoca spesso danni alle arginature. Liberata in molti paesi europei in seguito al crollo del mercato delle pellicce, in Inghilterra fu eradicata negli anni ’80 con un progetto costato all’epoca circa 2,5 milioni di sterline, mentre in Italia vengono spesi annualmente diversi milioni di euro per controllarne le popolazioni.
Parchi di Nervi di Genova
Eradicazione, soppressione, piani di controllo: da questi concetti la visione animalista è notevolmente distante. Il dott. Vitturi dipinge gli animali come “vittime incolpevoli di irresponsabili politiche commerciali e della globalizzazione dei mercati, testimoni del fallimento di politiche gestionali basate unicamente sull’approccio venatorio” ed invoca, in luogo della logica miope e crudele con la quale l’uomo, diretto responsabile, cerca di risolvere il problema, le stesse politiche di accoglienza adottate invece nei confronti degli esseri umani. Una prospettiva che verrà discussa nel corso del prossimo convegno LAV in tema di specie alloctone, previsto per il 7 Marzo a Milano, in occasione del quale verrà presentato un dossier curato da Barbara Bacci e Massimo Vitturi, dal titolo: “Alieni sulla propria terra”.
Specie alloctone, un fenomeno storico
Come Sciurus carolinensis sia approdato in Gran Bretagna, Irlanda o nella nostra penisola è facilmente intuibile: per mano dell’uomo, che ha agito senza preoccuparsi troppo delle conseguenze.
Da noi, come spiega il dott. Massimo Vitturi della Lega Anti Vivisezione (LAV), ” lo scoiattolo grigio è stato importato, fino a pochi mesi fa, esclusivamente a scopi commerciali, per essere rivenduto come animale da compagnia. In questo quadro, alcune coppie si sono stabilite al di fuori degli ambienti domestici a seguito di rilascio o fuga, dando vita così a diversi nuclei, oramai stabilizzati, presenti nel centro-nord Italia”.
In effetti, il trasporto volontario o involontario da parte dell’uomo di specie animali e vegetali è consuetudine storica: basti pensare che già i Romani spostavano animali nel bacino del Mediterraneo, e durante questi viaggi sulle loro navi proliferavano i ratti in qualità di passeggeri indesiderati e sprovvisti di titolo di viaggio. Una società basata sul commercio ha contribuito nei secoli ad incrementare esageratamente il fenomeno al punto che ad oggi, come afferma il Prof. Bertolino, “l’introduzione di specie è il secondo fattore, dopo la distruzione degli habitat, responsabile di estinzioni e alterazioni degli ecosistemi a livello mondiale”.
LIFE EC-SQUARE per salvaguardare lo scoiattolo rosso
La gestione delle popolazioni di questo roditore è una tra le diverse misure di realizzazione del progetto LIFE EC-SQUARE, teso alla salvaguardia dello scoiattolo comune europeo (Sciurus vulgaris), altrimenti noto come scoiattolo rosso, che negli ultimi anni ha conosciuto nel nostro paese un trend negativo assimilabile a quello attualmente in corso in Gran Bretagna ed Irlanda, ed originatosi in seguito all’introduzione del nordamericano scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis).
Come spiega infatti il il Prof. Sandro Bertolino, “La competizione è soprattutto di tipo alimentare, gli scoiattoli grigi riescono a sfruttare meglio le fonti alimentari rispetto allo scoiattolo rosso. La sottrazione di cibo da parte dello scoiattolo grigio fa sì che lo scoiattolo rosso si riproduca con maggiore difficoltà, che i giovani crescano meno e abbiano più probabilità di morire nel primo anno di vita: tutto questo determina in pochi anni il declino della popolazione e l’estinzione locale dello scoiattolo rosso”.
Il rischio, come riportato sulla pagina web del progetto LIFE EC-SQUARE, è di replicare l’esperienza britannica, che in poco meno di sessant’anni ha visto lo scoiattolo grigio, in maniera graduale, ma inesorabile, soppiantare la presenza del rosso, almeno per quanto riguarda Inghilterra e Galles.
Una prospettiva che, sottolinea Bertolino, mentre in Gran Bretagna è confinata ai limiti geografici dell’arcipelago, da noi minaccia non soltanto aree confinanti come Francia e Svizzera, ma l’intero continente europeo sul lungo periodo. Perciò l’Europa ha aperto nei nostri confronti un “Case file”, una procedura che a seguito di “raccomandazioni” di intervento ripetutamente disattese dal nostro paese, impegna l’Italia a prendere provvedimenti, pur non comportando nell’immediato sanzioni pecuniarie.
Parlando di superficialità e slogan mi riferivo alla prima risposta, chiaramente non conoscendola non potevo certo riferirmi alla persona, che ammetto senza problemi essere preparata e competente.
Per presentarmi un po’ anch’io, cosa secondo me utile per mantenere pacati e costruttivi i toni (il rischio del non conoscersi è quello di aggredirsi da subito e non essere costruttivi – osservazione che non sto rivolgendo a lei), io non ho niente a che fare con la Regione e confesso di non conoscere Sandro Bertolino e i suoi articoli; sono un camminatore appassionato di ambiente e le mie conoscenze sono autodidattiche o basate su quelle che ricevo da lungo tempo dalle associazioni Pro Natura e Italia Nostra.
Ammetto quindi che rischio di ragionare per principi e per questo necessito di uno scambio intellettualmente onesto di opinioni; un principio al quale sono legato è quello che l’introduzione di spece alloctone negli ecosistemi porti a una perdita di equilibrio degli stessi con rischio di scomparsa di specie autoctone, che penso dover essere considerate alla stregua dei beni artistici e del paesaggio, qualcosa da difendere per noi e per le generazioni future.
Al di là delle motivazioni di Bertolino penso sia comunque meglio non avere lo scoiattolo grigio nei nostri boschi, cosi’ come le testuggini dalle orecchie rosse nei fiumi, ecc. Quale può essere l’obiezione?
Caro Marco, si legga di Sandro Bertolino il testo citato da Regione Liguria come “Summa Theologica contra Gentiles” : Piero Genovesi-Sandro Bertolino ” Linee guida per il controllo dello Scoiattolo grigio” e vedrà che se Lei è intellettualmente “onesto”, tirerà da solo le sue conclusioni. Controlli tutti i documenti, reperibilissimi e me ne citi solo uno a dimostrazione di quello che afferma S. Bertolino. A proposito, non è cancellando i miei commenti, che dimostrate di avere ragione . Io mi occupo di Ambiente da più di 20 anni ed ho pieno diritto di verificare e criticare i testi in questione. Le pagine di questo articolo riferiscono il contenuto dei documenti sopracitati. Se Lei volesse visionarli direttamente si renderebbe perfettamente conto delle contraddizioni, dell’inesistenza di prove concrete e delle conclusioni che sono frutto di interpretazioni personali! E poi caro Marco con chi dovrei confrontarmi? Con Sandro Bertolino? Sono a disposizione per qualsiasi ipotetico incontro-scontro. I vuoti slogan li appoggia Lei perchè non è correttamente informato. Comunque per sua consolazione, Le dirò che la gente avrà occasione di valutare le due posizioni e stabilire chi dice cose sensate e chi no. Io per sua regola non sono un’ecologista da tavolino, ma agisco sul campo. Il mio interesse per l’ambiente è tra le mie massime priorità e non sono disponibile a tentativi di addomesticamento o di intimidazione. A buon intenditore poche parole!
Gli “studi” di Sandro Bertolino sul contenimento dello scoiattolo grigio si basano su ipotesi mai avvalorate da riscontri scientifici, ma su pure considerazioni personali, come afferma egli stesso! Il famoso virus di cui sarebbero portatori gli scoiattoli grigi ai danni dei rossi si é dimostrato inefficace su entrambe le popolazioni rosse e grigie che ne sono attualmente IMMUNI.
La competizione alimentare non esiste, perché le due specie mangiano in maniera diversificata. I grigi frequentano i boschi di latifoglie, mentre invece gli scoiattoli rossi vivono preferibilmente nelle pinete. In Inghilterra dopo aver perseguitato uccidendoli prima lo scoiattolo rosso accusato di devastare le culture, e poi il grigio accusato di portare un virus mortale per i rossi, oggi si sono creati i giusti equilibri dove rossi e grigi convivono. Gli studi riferiti da Bertolino sono vecchi di !0 anni e quindi non aggiornati.
Per ultimo, le famose sanzioni europee NON ESISTONO, perchè si tratta di PROPOSTE inserite in un protocollo della Comunità europea che, a differenza delle famose leggi sulla caccia per cui l’Italia ha avuto sonore sanzioni, non hanno validità legislativa.
Non capisco il perchè di una risposta tanto superficiale. Circa la domanda “Di quale pericolo parlate” basta leggere attentamente il contenuto di queste pagine o avere un interesse anche minimo per l’ambiente per avere risposta; circa il resto…non è forse preferibile parlare di fatti, di idee e confrontarsi piuttosto che andare per vuoti slogan?
Ma di quale pericolo parlate? La volete capire che questa operazione viene fatta solo per ottenere fondi europei! SOLDI, SOLDI, SOLO SOLDI!
L’iniziativa della sterilizzazione degli scoiattoli grigi è ottima, speriamo riesca e scongiuri il pericolo della loro diffusione!
Marco A