Si è tenuto ieri a Milano il convegno della LAV, La Lega Anti Vivisezione, sulle specie aliene in Italia. Il convegno, dal titolo Alieni sulla Propria Terra ha messo in luce i problemi legati alla presenza di specie provenienti da altri territori che possono rappresentare una minaccia e dei costi anche ingenti. Secondo la LAV, però, ci sono alcuni aspetti della questione che vanno sottolineati.
Per prima cosa va considerato che le specie alloctone arrivano sui nostri territori per mano dell’uomo e le norme che l’Unione europea si appresta ad approvare non propongono divieti abbastanza severi per evitare che ciò accada ancora.
Inoltre, secondo gli esperti della LAV, invitati al convegno, troppo raramente e con grande difficoltà viene presa in considerazione la sterilizzazione invece che l’abbattimento per la gestione di queste specie.
Il terzo argomento riguarda una visione più ampia: secondo la LAV la biodiversità va intensa in senso evolutivo e le specie aliene, molto spesso, possono creare un nuovo equilibrio all’interno degli ecosistemi in cui si inseriscono, tanto più che molto raramente, dopo l’inserimento di una specie aliena, si riesce a tornare alla situazione originaria.
Il futuro è “meticcio” Questo il messaggio degli esperti riuniti a Milano per il convegno di LAV sulle specie alloctone. Queste specie hanno un costo esorbitante: 12 miliardi di euro in Europa e 1,4 trilioni di dollari nel mondo. Fra le specie aliene , il 15% ha un impatto negativo sugli ecosistemi.
Al convegno hanno partecipato la Dott.ssa Giovanna Massei (York, UK) ricercatrice presso AHVLA (Animal Health and Veterinary Laboratories Agency), collaboratrice allo studio sulla sterilizzazione dei cinghiali tramite il vaccino GonaCon; il Dr. Allen Rutberg (USA), Scienze Biomediche della Facoltà di Medicina Veterinaria della Tufts-Cumming School, North Grafton, MA, che dal 1991 sperimenta l’immunocontraccezione mediante il vaccino PZP e il Dott. Mauro Ferri del Servizio veterinario AUSL Modena, esperto nell’uso della nicarbazina per il controllo della fertilità dei colombi.
Barbara Bacci e Massimo Vitturi (responsabile LAV Caccia e Fauna selvatica) hanno invece presentato al convegno un dossier dal titolo “Alieni sulla propria terra”, dove vengono elencati e descritti i casi più rilevanti di invasione da parte di “specie animali aliene”-
“La prima norma di buonsenso consisterebbe nel vietare il commercio di “specie aliene” – spiegano Massimo Vitturi e Barbara Bacci – eppure tale opportunità non rientra, se non marginalmente, nelle prospettive future dell’Unione Europea. E intanto gli animali fino ad oggi introdotti continuano a riprodursi perché i ritmi biologici sono certamente più dinamici di qualsiasi misura legislativa e amministrativa. Tanto che dovremmo chiederci se effettivamente abbia senso investire cospicue risorse economiche, ben sapendo che ogni intervento di rimozione definitiva di animali invasori si tradurrà in un fallimento.”
“Dobbiamo essere pronti ad affrontare un futuro ‘meticcio’ – continuano Massimo Vitturi e Barbara Bacci – Cercare a tutti i costi di proteggere la biodiversità sotto una campana di vetro è un’impresa vana. L’abbiamo capito per noi umani che non ha alcun senso alzare barriere, analogamente il volere tenere distinte e inalterate le caratteristiche genetiche che caratterizzano i diversi gruppi di esseri viventi, è contrario ai concetti stessi di progresso culturale e di evoluzione. Applicando un sano principio di convivenza, potremo scoprire che le specie invasive sono tutt’altro che pericolose per la biodiversità e perfino importanti per la sua evoluzione”.
Il parlamento europeo, intanto, si propone di approvare entro il 2016 la “Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio recante disposizioni volte a prevenire e a gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive” che propone il divieto totale di importazione, allevamento, vendita delle specie considerate più problematiche, definite “specie prioritarie”, l’attivazione di un sistema di controllo e sorveglianza alle frontiere dei paesi dell’Unione Europea e la predisposizione delle misure necessarie a tenere sotto controllo la diffusione delle specie invasive già presenti nei paesi dell’UE.
“Le invasioni sono ascrivibili unicamente alla responsabilità dell’uomo, come ammette la stessa Commissione UE che distingue le specie esotiche invasive in due sole categorie, quelle introdotte volontariamente (interessi commerciali, a scopo ornamentale, animali da compagnia) e involontariamente (contaminanti nelle merci, ospiti nei mezzi di trasporto o di viaggiatori inconsapevoli), dunque in entrambi i casi per mano umana – conclude la LAV – E’ importante tenere presente questo dato di fatto, perché invece le misure di contenimento del fenomeno prevedono azioni le cui conseguenze spesso ricadono quasi esclusivamente sugli animali. Vittime di un ossimoro: uccisi in nome della “protezione” di altri animali.”