La rete Natura 2000 è una rete di siti di interesse comunitario (SIC), creata dall’Unione europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie, animali e vegetali. Il WWF ha presentato recentemente un monitoraggio della biodiversità nella Rete Natura 2000 e mentre ci sono dati positivi riguardanti il monitoraggio di nuove specie, purtroppo sono moltissimi gli habitat e le specie che sono scomparsi.
La biodiversità del nostro Paese è una ricchezza che lo caratterizza, ma secondo il WWF c’è ancora molto da fare per tutelarla e valorizzarla. Sono tanti i fattori che minacciano gli habitat: agricoltura, specie esotiche invasive, incendi, regolazione delle acque, turismo, caccia, consumo del suolo.
Settantasette siti di importanza comunitaria, coincidenti con altrettante Oasi del WWF, sono stati studiati da 200 esperti naturalisti volontari. Queste zone rappresentano solo una parte dei siti di interesse comunitario, in Italia sono infatti censiti 277 zone che sono solo ZPS Zone di Protezione Speciale e 2.295 Siti d’Importanza Comunitaria, SIC. I risultati del monitoraggio del WWF parlano di 84 habitat e 1107 specie censite in più rispetto a quanto previsto dai Formulari ufficiali di Rete Natura 2000, mentre 10 habitat e 176 specie non sono più presenti, scomparse e sono 791 le specie e 75 gli habitat che hanno uno status peggiore di quanto registrato in precedenza
I dati completi sono disponibili in un dossier. Il monitoraggio è stato svolto, secondo il WWF, con un metodo che potrebbe essere “facilmente e auspicabilmente utilizzato dagli altri enti pubblici e privati che in Italia gestiscono questo prezioso patrimonio di biodiversità.”
“Le nostre 114 oasi sono rappresentative di tutta la Natura italiana e con i loro 35.000 ettari sono come un grande parco nazionale diffuso dalle Alpi alla Sicilia. I dati raccolti sottolineano ancora una volta la grande responsabilità che abbiamo come associazione chiamata a proteggere la biodiversità custodita nelle oasi sotto la nostra gestione. Questo vale ancora di più per quelle specie come il cervo sardo o la testuggine palustre siciliana che vivono solo in piccolissime aree del nostro paese” dice Fulco Pratesi Presidente onorario WWF Italia.
Ed ecco alune delle specie che dovrebbero renderci orgogliosi, ma che invece spesso sono minacciate proprio dall’attività dell’uomo. In Sardegna, ad esempio, oltre alla nota e storica popolazione di cervo sardo presente a Monte Arcosu, è bene ricordare, il geotritone di Genè (Speleomantes genei), specie endemica del Sulcis Iglesiente, come invece in Sicilia è presente la testuggine palustre di Sicilia (Emys trinacris) nelle Oasi di Torre Salsa e Lago di Preola Gorghi Tondi dove il WWF sta svolgendo da anni approfonditi studi e monitoraggi.
Altrettanto importanti sono i pipistrelli per i quali sono in corso studi particolari nell’oasi Gole del Sagittario e Calanchi d’Atri in Abruzzo. Ma anche la lontra (Lutra lutra), specie tipica degli ambienti acquatici e presente in diverse oasi del centro sud Italia, rappresenta una importante specie chiave e per la quale il WWF ha promosso studi e progetti gestendo anche un centro Lontra aperto al pubblico nell’Oasi lago di Penne (Abruzzo).
“Una delle priorità che emerge dal presente monitoraggio è l’assoluta urgenza di approfondire ulteriormente le conoscenze su habitat e specie, da parte del Ministero dell’Ambiente aggiornare la nomenclatura e gli elenchi delle specie che spesso non è in linea con le ultime scoperte scientifiche . Questo è indispensabile per migliorare l’azione di conservazione di Rete Natura 2000, ma anche per valutare lo “stato soddisfacente” degli habitat e dell’intera Rete come richiesto dalla normativa europea. Inoltre una puntuale conoscenza delle caratteristiche di specie ed habitat è il presupposto principale per garantire corrette ‘Valutazioni d’incidenza’ nel caso di realizzazione di nuove opere” dice Andrea Agapito Ludovici, responsabile Reti e Oasi WWF e autore del dossier .