Quest’estate siamo stati “assediati” dalla fame insaziabile d’una micetta nera come la notte.
E lei arrivava fino in casa proprio di notte, talvolta nemmeno i nostri tre gatti la sentivano tanto era rapido e vorace il suo passaggio.
Io me ne accorgevo da piccoli particolari: se la tenda era discosta, la ciotola spostata lei era passata. Per non farla entrare in casa e al tempo stesso saziarla le ho lasciato tutta l’estate di notte una ciotola colma di crocchette.
La gatta non si faceva vedere, era diffidente, ma certo doveva avere molta fame per avventurarsi fino dentro la nostra casa.
Poi le sue visite cessarono. Andava da vicini che, nel loro giardino, ospitano molti gatti semi-randagi. Aveva probabilmente estinto parte della sua fame perché aveva smesso di allattare i suoi piccoli, che però noi non abbiamo mai veduti. Chissà che fine hanno fatto.
Di questa gattina, tutta nera, ho risentito notizia qualche giorno fa. Sapevo che si era adattata alla vita insieme altri gatti della zona, che mangiava dalla vicina e che non si allontanava molto dal suo giardino. Insomma si era pensato solo di sterilizzarla, poi sarebbe potuta rimanere tranquillamente con gli altri gatti raccolti da varie parti della nostra piccola frazione.
Di questa gattina nera nera ho sentito parlare ancora qualche giorno fa: la signora che la accudiva non l’ha più vista, la gatta è scomparsa.
Ormai è più d’una settimana e disperiamo che ritorni.
Se non tornasse potrebbe anche essere morta.
In questo caso vorrei che non fosse finita in mano a esseri “umani”, meglio sarebbe per lei aver incontrato gli animali selvatici.
Meglio gli artigli di una poiana, o di altro rapace, che talvolta vediamo volare misterioso e imponente nel cielo.
Meglio un morso secco della volpe che la sera si spinge fin sotto le nostre case.
Meglio un altro pietoso animale piuttosto che l’uomo crudele, impietoso che potrebbe averla presa in vista dell’insulsa festa di Halloween per un rituale satanico o altro.
Perché gli esseri “umani” talvolta sono così stupidi da avere ancora in mente la superstizione del gatto nero; talvolta sono così crudeli da usare animali innocenti per i loro riti inutili, ridicoli (se non fosse per le vittime) e sanguinari.
L’AIDAA (associazione italiana difesa animali e ambiente) istituisce in certe zone d’Italia (fra cui una vicina a me il Verbano in Piemonte) delle ronde notturne in soccorso dei gatti neri, tanto è macroscopico il fenomeno dei rapimenti, delle scomparse dei felini in questione.
E l’uomo in questi casi uccide lentamente…
Dolcetto o scherzetto? Dipende verso chi.
Non serve comperare zucche vuote, basta guardarsi intorno, n’è pieno il mondo!!!
Le petit chat
E’ un gattino nero, sfrontato, oltre ogni dire,
Lo lascio spesso giocare sul mio tavolo.
A volte vi si siede senza far rumore,
Quasi un vivente fermacarte.
Gli occhi gialli e blu sono due agate.
A volte li socchiude, tirando su col naso,
Si rovescia, si prende il muso tra le zampe,
pare una tigre distesa su di un fianco.
Ma eccolo ora – smessa l’indolenza –
Inarcarsi – somiglia proprio ad un manicotto;
E allora, per incuriosirlo, gli faccio oscillare davanti,
Appeso ad una cordicella, un mio turacciolo.
Fugge al galoppo, tutto spaventato,
Poi ritorna, fissa il turacciolo, tiene un po’
Sospesa in aria – ripiegata – la zampetta,
poi abbatte il turacciolo, l’afferra; lo morde.
Allora, senza ch’egli la veda, tiro la cordicella,
ed il turacciolo si allontana, e il gatto lo segue,
descrivendo dei cerchi con la zampa,
poi salta di lato, ritorna, fugge di nuovo.
Ma appena gli dico “Devo lavorare,
vieni, siediti qua, da bravo!” si siede..
E mentre scribacchio sento
che si lecca col suo lieve struscio molle.
Edmond Rostand