Discuto spesso con un collega di orientamento politico diverso dal mio, le nostre discussioni sono disparate e non andiamo proprio d’accordo su nulla, ma nemmeno, devo ammetterlo, cerchiamo una conciliazione, un punto di incontro: difendiamo a spada tratta il nostro punto di vista alzando anche la voce, proprio per il gusto di confrontarci. Peccato che più che un confronto paia uno scontro… anche se poi ci scherziamo su!
Il mio collega e io abbiamo però un interesse in comune: il discorso ecologico, il risparmio energetico in particolare, insomma siamo entrambi sensibili al discorso sull’ambiente. Eppure, eppure… ci scontriamo anche lì.
Lui è più sul versante: il cambiamento c’è ma è normale, non c’entra l’uomo se non in minima parte, una soluzione può essere il nucleare, ma anche le fonti alternative.
Io sono sul versante: la responsabilità nel nostro piccolo è soprattutto umana, inquinare sta portando la terra alla rovina e il peggio è che trasciniamo con noi tutte le altre creature innocenti e il futuro del pianeta.
Così pur essendo d’accordo che occorra maggior responsabilità, si discute senza venire a capo di nulla: anche sul clima mi sembra che in Italia conti essere schierati. Se sei di destra hai una certa idea anche del clima, se sei di sinistra tutta un’altra.
E anche su questo discorso c’è la massa silenziosa, quella che, un po’ ignava, si preoccupa solo se quel giorno fa troppo freddo, se fa troppo caldo, vorrebbe sempre il sole salvo poi lamentarsi se non c’è acqua per lavare la macchina. A questa massa interessa del clima, anzi soprattutto della meteorologia, anche se non lo sa (una bella distinzione in questo sito: www.climalteranti.it), interessa il proprio orto non solo in senso figurato, la gita del fine settimana, si preoccupa di fare la raccolta differenziata se è abbastanza comoda, a onor del vero, se si abitua la fa bene anche con una certa remota consapevolezza, perché poi del tempo si preoccupano un po’ tutti, ma così, mi pare con una consapevolezza che non deve richiedere sacrifici o cambiamenti di abitudini.
Insomma mi sembra che a volte in Italia non si possa che essere guelfi e ghibellini anche verso fenomeni trasversali come il tempo (meteorologico e climatico), non è solo colpa dell’opinione (o non opinione) pubblica, la politica sottolinea anzi queste divisioni. Un’esemplificazione? Regione Piemonte Lega e PDL contro le domeniche senza traffico nelle città; Comune di Torino e comuni della fascia torinese per lo più di sinistra e PD faranno la domenica a piedi.
Può darsi che le domeniche senza auto non servano a nulla, ma hanno un valore simbolico cui non si dovrebbe rinunciare non foss’altro che per ricordare che il problema c’è.
Però anch’io non sfuggo alla logica delle fazioni, non sono un’ignava, ma una ghibellina (o una guelfa) sì: alla proposta, sempre in Piemonte, della Lega di limitare le aree per i pannelli fotovoltaici onde non togliere altro spazio all’agricoltura ho guardato con grande scetticismo poi, informandomi ho capito che comunque era cosa da valutare, non da accantonare subito perché dell’altra parte politica, dell’altro emisfero, addirittura dell’altro mondo. Così infatti si ragiona in Italia, ma per il clima conviene dimenticare le appartenenze e pensare al bene del nostro pianeta, piccolino e insignificante al cospetto dell’universo ma insomma… è la nostra casa, l’oicos (da cui ecologia = discorso sulla casa) come dicevano già gli antichi Greci.