A qualcuno farà magari piacere, in effetti in Italia c’è una autonomia dall’oppressivo stato centrale. Finalmente le Regioni si sono prese delle libertà, si sono dette: evviva l’autonomia, ora possiamo fare qualcosa di diverso.
E infatti in barba alle leggi nazionali ed europee le Regioni che han fatto per le loro popolazioni?
Hanno dilatato i tempi della caccia.
Sì avete capito bene, voi cittadini in attesa delle grandi decisioni delle vostre regioni, sappiatelo.
Ma i cacciatori sono pochi!
Già sono pochi, però rendono, è l’unica spiegazione per scelte così scellerate, così dannose per l’ambiente, così omicide.
In tutto questo il Governo che fa?
Niente. Silenzio. Che le regioni decidano di aprire la caccia nel momento della riproduzione delle specie, anche quelle a rischio di estinzione, non lo riguarda.
Che le regioni decidano di chiudere la caccia, troppo tardi, durante il periodo migratorio mettendo a rischio non solo la vita di quegli uccelli, ma l’intero ecosistema, non lo interessa.
Da questa vicenda escono sconfitti dunque non solo gli animali assassinati, i loro piccoli destinati a morte certa in assenza dei genitori, l’ambiente. La mitica biodiversità, così mitica che è già nell’Olimpo, in un altro mondo, dunque. Non certo in Italia.
Escono sconfitti tutti i cittadini che sono contro la caccia, che si aspettano dalle Regioni qualcosa di meglio, che non vogliono veder sparare sui loro terreni o nei Parchi protetti. Già anche questo accade.
Alla fine escono malconci anche i cacciatori, mi pare che a volte si ammazzino fra loro. Presumo per sbaglio, ma chi lo sa: il sangue ha il potere di annebbiare la mente, temo!
La ferocia è assetata di morte.
Però il più sconfitto è il Governo, perché le sue leggi vengono vilipese, aggirate, sconfessate.
Ecco la caccia così selvaggia, così dilatata sancisce subito la fine di una specie: un governo italiano che sappia davvero governare.