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Microbo “alieno”: scienziati critici sulla scoperta e sulle modalità dell’annuncio

Scritto da Paolo Ferrante il 09.12.2010
Il lago si trova nella parte est della California, ed è chiuso ad ovest dalle mentagne della Sierra Nevada. Questo antico lago alcalino è noto per le sue strane formazioni di tufo che emergono dall'acqua ma anche per l'altissima concentrazione salina e per le alte concentrazioni di arsenico (Immagine © 2010 Henry Bortman)

Il lago si trova nella parte est della California, ed è chiuso ad ovest dalle mentagne della Sierra Nevada. Questo antico lago alcalino è noto per le sue strane formazioni di tufo che emergono dall'acqua ma anche per l'altissima concentrazione salina e per le alte concentrazioni di arsenico (Immagine © 2010 Henry Bortman)

Molti scienziati si saranno sentiti tristi per non aver scoperto il primo batterio “extraterrestre” (un termine molto romantico – ma incorretto – per raccontare la scoperta della NASA della scorsa settimana). Alcuni scienziati avranno invidiato un po’ la giovane ricercatrice Felisa Wolfe-Simon, che ha fatto la sensazionale scoperta, il primo batterio che riesce a sostituire con l’arsenico con il fosfato.

Dopo la sbornia iniziale, però, alcuni hanno avuto il coraggio di andare a guardare meglio, per scoprire che ci sono molti aspetti che la giovane ricercatrice dovrebbe chiarire. Infatti, al di là della modalità di rilasciare le dichiarazioni alla stampa, che è tipica della NASA e che sfrutta l’effetto “alieni” o “astrobiologia” con un po’ troppa frequenza, ci sono dubbi sull’effettiva capacità di questi microbi di vivere con l’arsenico al posto del fostato.

In molti hanno sollevato dubbi, in particolare, sul fatto che nella ricerca non ci sono abbastanza evidenze per dedurre che questo batterio non stia semplicemente cercando di sopravvivere all’arsenico, un potente veleno per tutte le altre forme di vita conosciute, cercando di isolarlo e tentando di cercare la pur minima traccia di fosfato nell’ambiente. E hanno rimarcato che dire, come ha fatto pomposamente la NASA, che ci troviamo di fronte ad una nuova chimica della vita è, quantomeno, prematuro.

“E’ una grande storia sull’adattamento, ma non è ET” ha detto Gerald Joyce, un biochimico dell’istituto Scripps Research Institute di La Jolla, in California.

E non occorre essere scienziati per capire che un batterio terrestre non è altro che un organismo che si è evoluto per adattarsi ad un ambiente molto ostile, come il lago Mono in California, salato e zeppo di arsenico. Ma la NASA non ha fatto nulla per evitare di innescare l’effetto virale, il passaparola di cui i giornali vanno ghiotti sulla nuova scoperta di “astrobiologia”, parola usata dalla NASA nel suo comunicato stampa ufficiale.

Durante la conferenza, sono state fatte delle ipotesi su come potrebbe essere la vita con arsenico al posto di fosfato, o per giustificare il fatto che i legami delle molecole di arsenato sono più deboli di quelle di fosfato. Ad esempio, che potrebbero esserci molecole supplementari per far fronte alla debolezza dei legami, o che la vita “all’arsenico” ha dei tempi più brevi di quella finora nota. Ma i critici si sono chiesti perché non sono stati mostrati composti chimici che contenevano arsenico. Eppure non sarebbe stato difficile, dicono sempre i maligni.

Inoltre, i batteri sono stati analizzati nella loro fase di riposo, perché non mostrarli durante una divisione cellulare?

“Io mi chiedo come possano gli autori non aver pensato a cose così semplici,” ha detto Rosemary Redfield, una microbiologa dell’Università della British Columbia a Vancouver, Canada, che ha elencato una serie di problemi presenti secondo lei nella ricerca e li ha pubblicati sul suo blog. Aggiungendo piccata: “Non dovremmo persarci noi alle loro ricerche”. La sua pagina è stata vista già 30.000 volte.

La ricercatrice, Felisa Wolfe-Simon, infine si è difesa sul suo blog così: “Io e il mio gruppo di ricerca siamo consapevoli che il nostro articolo scientifico ha generato alcune questioni tecniche e parecchi dubbi all’interno della comunità scientifica. […] Per esempio, alcuni scienziati hanno chiesto se il batterio avesse effettivamente integrato arsenico nel suo DNA, e se i microbi si erano completamente astenuti dal consumare fosforo. Il nostro articolo è stato accuratamente esaminato e accettato per la pubblicazione da parte di Science; abbiamo presentato i nostri dati e risultati e le nostre conclusioni sono state tratte sulla base di quello che abbiamo mostrato. Ma diamo il benvenuto ad un vivace dibattito poiché ci rendiamo conto che è in questo modo che la scienza progredisce. Siamo anche preoccupati perché alcune conclusioni sono state tratte sulla base di cose non dette da noi. Infine, abbiamo deciso affinché Science metta il nostro articolo liberamente a disposizione del pubblico per le prossime due settimane, per garantire che tutti i ricercatori abbiano pieno accesso ai risultati. Invitiamo chi vuole a leggere la rivista e a presentare tutte le risposte a Science per la revisione in modo da poter rispondere ufficialmente. Nel frattempo, stiamo preparando una lista di ‘domande frequenti’ per aiutare a promuovere la comprensione generale del nostro lavoro.” Meglio tardi che mai.

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