Rosa Luxemburg
Ho letto un libro che raccoglie alcune lettere di Rosa Luxemburg. Rosa, la rivoluzionaria.
“… So solo come si è umani” Prospettiva Edizioni.
Le ho lette in un crescendo di ammirazione per Rosa. Nelle lettere c’è la sua passione politica, che è pulita, onesta, votata a degli ideali forti. Non ideologie vuote, ma ideali. Quello di cui tanto oggi si sente la mancanza.
C’è nelle lettere la sua passione per la vita, l’amore, l’amicizia. Quante donne sono destinatarie delle sue missive e che rapporto rivoluzionario e femminile. Le riunioni di partito, le fusa della gattina di Rosa, le letture, i fiori e piccoli regali per i compleanni.
Ora qui voglio soffermarmi su alcuni brani scritti da Rosa Luxemburg nei suoi numerosi soggiorni in prigione. Fu incarcerata (e assassinata) sempre per reati d’opinione.
In queste lettere, nel tempo dilatato dalla prigionia, nello spazio invece ristretto della cella e del cortile Rosa, oltre a lavorare ai suoi scritti politici, contempla. Forse come tutti gli spiriti profondamente attivi, Rosa ha in sé una insolita capacità di fermarsi a guardare ciò che ai più appare piccolo e insignificante. Rosa in queste lettere parla dei fiori, ne coltiva e ne studia caratteristiche e modi di coltivazione; guarda le nuvole e s’incanta davanti al colore cangiante del cielo, dato che in qualche prigione solo il cielo può osservare. Poi si dedica alla descrizione dei rumori: in una cella, nella solitudine, i rumori consueti le fanno compagnia.
Infine osserva gli animali.
Come spesso avviene nel carcere gli animali che ravvivano la detenzione sono uccellini, o insetti. Così fu ad esempio per Gramsci.
Si tratta spesso di animali che nessuno di solito nota, che nessuno osserva, solo pochi spiriti scelti e io ho la fortuna di avere per amici alcuni di questi spiriti.
Ecco come Rosa descrive il canto d’un uccellino e l’effetto che fa su di lei: “Il pettirosso ha una flebilissima voce delicata e canta una melodia strana, intima, che somiglia ad un richiamo, ad una sveglia (…). Il mio cuore letteralmente freme di piacere e di sofferenza quando sento questo canto e subito vedo la mia vita ed il mondo sotto una luce nuova, come se le nuvole si dissipassero e un raggio di sole cadesse sulla terra”.
Però la Luxemburg sa vedere anche la sofferenza degli animali, la sua descrizione di come vengono trattati i bufali della Romania che venivano privati della loro atavica libertà per trainare i carri dei nemici. Rosa scrive di come uno in particolare viene picchiato perché non riesce a trascinare il carico. Questo bufalo alla fine guardava davanti a sé e “sul suo muso scuro dagli occhi neri e dolci aveva un’aria da bimbo in lacrime (…) Ero davanti a lui, l’animale mi guardava, le lacrime colavano dai miei occhi, erano le sue lacrime”, intanto il suo aguzzino ride. Chi è il mostro? Questa volta la risposta è facile. Guardando il soldato Rosa scrive: “vidi passare la guerra allo stato puro…”.
Mi chiedo: ma si deve essere in prigione per accorgersi di queste cose? O malati? O insomma in una tregua forzata della vita? Non credo, credo che semplicemente come scrive Rosa a un’amica si debba essere semplicemente umani…
Ringrazio Maria Rosa Pantè per questo breve ma interessante sguardo circa le lettere di Rosa Luxemburg, indimenticabile rivoluzionaria dei primi del Novecento. Ma è ancora più bello l’aver messo l’accento sulla sensibilità di una donna militante come lei non solo verso sofferenze, ingiustizie e ruolo svolto dagli esseri umani durante la loro esistenza – individuale e sociale – ma pure verso quelle riservate agli animali e non soltanto da natira e destino. Anche tutto ciò dimostra particolare spirito d’osservazione, animo nobile e delicato, e un invidiabile livello di umanità che ha caratterizzato questa grande figura femminile. Che senza dubbio merita di essere ricordata e ” riscoperta ” sia sotto l’aspetto storico e culturale che politico e di genere.