Due scoperte scientifiche correlate fra loro riguardano il comportamento sociale e politico degli individui:
PRIMA
Secondo un recente studio dello University College di Londra esiste uno specifico legame tra le preferenze politiche e lo sviluppo di alcune aree cerebrali.
Gli scienziati hanno scoperto che chi si dichiara liberale tende ad avere una corteccia cingolata anteriore più sviluppata, mentre i conservatori hanno un’amigdala più grande.
I conservatori sembrano più sensibili all’ansia (e in effetti l’amigdala è il luogo dove vengono elaborate aggressività e paura), mentre i liberali tendono a essere più aperti a nuove esperienze.
Ciò che non è ancora chiaro è se siano le preferenze politiche a influenzare le strutture cerebrali o viceversa.
SECONDA
I neuroni a specchio, cioè quei neuroni che permettono l’empatia, la capacità di immedesimazione nell’altro, il sentire le stesse emozioni di chi ci sta di fronte. Posseggono neuroni a specchio anche alcune specie animali e persino, in genere, l’uomo. La presenza, la quantità, la natura dei neuroni a specchio potrebbero spiegare diversi comportamenti, e anche servire a comprendere malattie come l’autismo, in cui non c’è immedesimazione e relazione con l’esterno. Non c’è possibilità in un certo senso di “specchiarsi” nell’altro.
Non so voi, ma io spesso mi chiedo: come possono coesistere nella specie umana persone come Vittorio Arrigoni o altri più famosi esempi di pacifisti, di martiri per un ideale, per la pace, per aiutare gli altri, come possono esistere i volontari e insieme coloro che nei commenti sui giornali (anzi pare proprio sul “Giornale”) hanno scritto di Arrigoni: “se l’è cercata”, che è il commento più benevolo. Son poi quelli che gioiscono (almeno nei commenti) se i barconi con i profughi si ribaltano e gli sventurati muoiono in quel grande cimitero che ormai è il Mediterraneo. Per me son gli stessi che sparano agli animali e lo chiamano sport venatorio.
Insomma come è possibile che qualcuno sia generoso fino al sacrificio di sé e qualcuno sia egoista, impaurito e meschino?
E soprattutto chi è meschino sa di esserlo? Di sicuro no, pensa nel suo cervello di avere ragione. Ma sarà felice? È difficile che un meschino egoista sorrida, gioisca, la differenza di rapporto con la vita si vede anche dagli occhi, dalla piega della bocca.
E ora secondo queste ricerche potrebbe anche essere legato alla fisiologia del cervello.
Chi è fortemente empatico non dico che sia felice: non è facile sentire le emozioni di tutti, sentirle sulla propria pelle, come se le si provasse. Non è facile guardare negli occhi tristi di chi sta male e sentire tutto il suo dolore. Ma negli occhi degli altri si vede anche l’amore, la gioia, la soddisfazione. Per quanto mi riguarda credo sia meglio avere qualche neurone a specchio in più che in meno e credo che un’amigdala troppo sviluppata porti alla chiusura e a un sentimento troppo brutto quando è eccessivo: la paura.
Certo sapere che alcuni atteggiamenti dipendono dal cervello può aiutare a comprendere il perché sia tanto difficile dialogare e il perché alla fin fine anche chi ha una mentalità ristretta, anche chi scrive “se l’è cercata” e anche chi ogni giorno lancia anatemi contro la sua stessa patria (essendo oltretutto il capo del governo) merita da parte di chi ha un cervello più “fortunato” un po’ di compassione.
Ma certe cose si potranno curare? E soprattutto questa domanda è di sinistra o di destra? Cioè generosa o meschina?