“L’idealismo nella filosofia consiste solamente in questo: nel non riconoscere il finito come un vero essere”.
Siamo giunti ad un nodo centrale della filosofia occidentale, a quel “movimento” che viene definito idealismo. Oggi tenterò di darne un’idea generale e definitoria, se non lo facessi si correrebbe il rischio di fraintendere la filosofia del signor Hegel che si avvicina a noi a grandi passi.
Innanzi tutto tale termine non va a definire solo la filosofia hegeliana, al contrario si può tranquillamente applicare a numerosi filosofi da Platone in poi ma. Verrà ovviamente utilizzato con un’accezione ben diversa da Kant in poi.
Innanzi tutto si delinea come un movimento fortemente contrario al Realismo. Per i realisti, di cui Kant possiamo considerare un esponente di spicco, la realtà delle cose precede lo sviluppo delle idee e dei concetti. E’ assurdo pensare una cosa diversa per un realista: il mondo c’è, esiste, ed è una realtà concreta fuori da noi soggetti.
Kant si scaglia contro i cosiddetti idealisti e lo fa nella seconda edizione della Critica alla Ragion pura dicendo che per idealismo si deve intendere” qualsiasi teoria che ritenga impossibile o indimostrabile l’esistenza di oggetti, nello spazio esterno del soggetto”.
La realtà esterna, vale a dire il mondo, dipenderebbe per gli idealisti dall’Io stesso. Nel rapporto fra Soggetto-Oggetto, o meglio Io-Mondo per gli idealisti non ha senso parlare di un oggetto separato dal soggetto. L’unica prova che esista qualcosa al di fuori di me è la rappresentazione mentale che io mi formo. “Rappresentazione” sarà un termine estremamente importante, in tedesco Vor- Stellung, in quanto sta ad evidenziare qualcosa che è posto davanti al soggetto ma che deriva dal soggetto stesso.
La prima opera in cui compare il termine Idealismo è “Il Sistema dell’Idealismo trascendentale”, datata 1800 con firma di Schelling.
Schelling, Hegel e il poeta Holderling rappresentavano il fior fior degli intellettuali di quel periodo. Tutti e tre avevano frequentato la stessa scuola e nacque tra loro una forte amicizia che terminò solo nel 1811 in seguito al netto delinearsi del sistema filosofico maturo di Hegel e al suo distacco dal gruppo.
L’idealismo è una “corrente” unitaria? No. Si possono distinguere almeno due idealismi diversi ( che possono anche spiagare il distacco di Hegel dai suoi compagni d’avventura giovanili). Il primo è l’idealismo gnoseologico, vale a dire il tentativo di rispondere all’interrogativo sulla conoscenza del mondo che trova la sua più alta questione nella domanda: Gli oggetti sono come appaiono a me o no? Vale a dire, come dobbiamo porci di fronte all’interrogativo Kantiano della cosa in sé? Esiste un noumeno diverso da un Fenomeno?
L’idealismo gnoseologico risponde riducendo, come abbiamo già detto prima, il mondo a rappresentazione. Si può parlare di Oggetto solo quando è conosciuto, quando dentro di me ho un’idea precisa di esso.
L’altro filone dell’idealismo è l’idealismo estetico o dell’arte. Esso si occupa principalmente della sfera del sentimento. Esso ritene che sia l’arte la fonte suprema di conoscenza del mondo ( Kant se vi ricordate aveva mantenuto una posizione più cauta: l’esperienza estetica è importante ma non è l’esperienza conoscitiva).
Qual’è la posizione di Hegel? Hegel è più vicino al primo idealismo, ma definisce la sua posizione panlogica, vale a dire che tutto deve essere logicamente spiegato all’interno del sistema.
Hegel parla di una vera e propria evoluzione dell’idealismo: si è passati da un idealismo della soggettività, che può essere incarnato nella figura di Fichte, a un idealismo dell’oggettività con Schelling in cui l’assoluto non è più nell’io ma nella natura e nel mondo. Ultimo passo è l’idealismo Assoluto ove è il Panlogismo a farla da padrone e tutto è dominato dalla Ragione.
Ultima questione , per questa settimana:è che cosa si intende per Sistema?
I sistemi non nascono con Hegel, ma già Aristotele può essere considerato un sistematico. Il sistema è una realtà chiusa, una totalità che include ogni cosa pensabile ed esistente. Ha come caratteristica il fatto che se tu ti trovi a ragionare all’interno del sistema tutto ti apparirà sempre logico. La critica è possibile solo uscendo dal sistema stesso.
Vi chiedo scusa per questa lezioncina introduttiva che potrebbe sembrare un po’ tediosa ed accademica, ma vedrete che sarà molto utile la settimana prossima, quando finalmente incontreremo il Signore, con la S maiuscola, della filosofia moderna.
Il film che vi consiglio questa settimana è Little Miss Sunshine di Jhonatan Dayton.