Dopo aver affrontato la settimana scorsa il tema più spinoso riguardante F. Nietzsche, è bene dare ultimi spunti su questa figura enigmatica che stiamo imparando a conoscere.
L’umanità descritta dal filosofo tedesco, dopo la morte di Dio, è di tipo nuovo. Essa non può più contare su tutte quelle caratteristiche proprie della cultura precedente, ove tutto ruotava intorno all’unico grande principio di senso, ossia il mondo trascendente.
Da ciò che abbiamo già detto, è evidente che a Nietzsche non importi trovare nuove divinità. Dire che Dio è morto, significa dire che è morta la stessa idea della divinità, nella sua essenza. Essa sancisce anche la fine della morale classicamente intesa. Ogni criterio che conoscevamo prima riguardo al bene e al male va modificato.
L’Oltre-uomo non è un individuo potenziato, anzi possiamo dire che è esattamente il contrario. Gli elementi caratteristici dell’uomo devono essere dimenticati, esso è al di là dell’umanità. Solo questa realtà nuova può affrontare la crisi post- teologica. L’oltre-uomo deve riappropriarsi della propria realtà fisica e corporea che la tradizione greco- cristiana gli ha storicamente tolto. Questo atteggiamento nei confronti del mondo e della vita si basa principalmente su quello che Nietzsche chiama la “Terreicità”, vale a dire il recupero di quella dimensione terrestre che era stata alla base della nostre civiltà e che poi, a causa della nostra infedeltà, ossia a causa della ricerca di un senso al di là della nostra condizione di esseri mortali, avevamo abbandonato.
L’Oltre-uomo nietzschano, quello vero e non quello dell’interpretazione erronea fatta dal Nazismo, è un essere che dice di sì alla vita. Rappresenta la nascita di una nuova generazione di esseri consapevoli della propria condizione esistenziale. Non a caso l’immagine che Nietzsche propone per esplicare al meglio tutto questo, è quella del bambino sorridente in riva al mare. E’ la genesi della nuova umanità tanto auspicata dal nostro autore.
Non resta che trattare il concetto di Nichilismo. Tale concetto per molti critici apre e definisce il secolo novecentesco. Nietzsche dedica molto lavoro per ricostruire la logica e la storia del Nichilismo. In origine con tale termine, veniva designato l’atteggiamento di iniziale paura, terrore e profondo disagio nei confronti del nulla. Vale a dire di fronte al fatto oggettivo di non trovare una spiegazione alla domanda che ogni singolo uomo di tutti i tempi si è posto almeno una volta nella vita: che senso ha tutto ciò?
Tale posizione di confusione e timore si è rivelato molto presto, all’alba dell’occidente, nel mondo greco.
La tesi di Nietzsche è questa: tutta la civiltà occidentale è stata una risposta errata a questo primo nichilismo, che possiamo definire del mattino.
La prima esperienza psicologica del nichilismo avviene proprio quando ci si domanda qualcosa riguardo al senso dell’esistenza e si comprende che non ve ne è nessuno. Di questa constatazione l’uomo ne rimane vittima e non la accetta. Ed ecco che si crea ad hoc un senso che dia luce a tutto, ecco infatti che nasce la metafisica. Quest’ultima si presenta come l’espediente per dare un senso a tutto quanto.
Come si esce da questo nichilismo?
C’è una sola via secondo il nostro filosofo ed è un altro tipo di Nichilismo, di generazione successiva possiamo dire. Quello che possiamo chiamare il Nichilismo della sera. Nietzsche è convinto che l’umanità sia sufficientemente matura per questo salto. Gli Dei sono stati creati dal Nichilismo del mattino, il Nichilismo della sera li svuota del suo senso, facendo apparire quello che c’è davvero, vale a dire il Nulla.
Affrontare ad occhi aperti il nulla non è un male, non è negativo. Ecco perché il nostro filosofo insiste nel chiamare questo tipo di nichilismo, attivo. E’ la reazione di una nuova umanità, matura, che constata logicamente che la metafisica tradizionalmente intesa, non ha più senso di esistere e tenta la via alternativa di un esistenza, attenzione, non priva di senso, ma priva di un senso posto artificialmente dall’esterno.
Quello che urla a gran voce il nostro filosofo può essere sintetizzato così: “Prendete in mano la vostra vita e datele un senso!”.
Quella di Nietzsche può essere definita, a mio parere giustamente, una filosofia dell’avvenire. Del nostro avvenire.
Il film che vi consiglio questa settimana è The Departed- al di là del bene e del male- di Martin Scorzese.