Domani la Commissione Ambiente della Regione Lazio si riunisce per discutere tre proposte sulla gestione delle aree protette del Lazio.
Due si presentano come riforme di grande impatto. La prima è la proposta del consigliere Irmici che prevede che le aree protette siano gestite dai relativi comuni o da un’Unione dei Comuni. L’altra, del consigliere Bucci prevede che tutte le aree protette siano gestite da un solo consiglio d’amministrazione senza direttore e con un presidente scelto fra un terna designata dalla Giunta Regionale.
Riceviamo e pubblichiamo di seguito il comunicato dell’associazione ambientalista ALTURA con le dichiarazioni del presidente Stefano Allavena.
ALTURA esprime forte preoccupazione per la sorte dei Parchi e Riserve regionali e per
le aree tutelate dall’Unione Europea poste all’interno di essi.
La Commissione Ambiente della Regione Lazio, presieduta da Roberto Carlino, discuterà mercoledì prossimo, alla presenza dell’Assessore all’Ambiente Marco Mattei, alcune proposte di legge riguardanti la gestione delle Aree Protette della Regione Lazio al fine di “razionalizzare l’esercizio delle relative funzioni amministrative e di favorirne l’efficienza, l’efficacia e l’economicità”.
La proposta del Consigliere Pier Ernesto Irmici (PdL) prevede di trasferire tutte le competenze in materia di gestione dei Parchi ai comuni (o unioni di essi) esautorando di fatto le responsabilità in materia ambientale della Regione, tra l’altro in contrasto con quanto previsto dalla Legge Quadro sui Parchi (L. 394/91) attualmente in fase di revisione. Irmici definisce “L’ente di diritto pubblico previsto dalla legge regionale 29/1997 … una figura obsoleta, inidonea a soddisfare i parametri di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa”.
ALTURA è particolarmente preoccupata della possibilità diretta, e non più supervisionata dalla Regione, di rendere le perimetrazioni dei Parchi “ maggiormente confacenti alle esigenze amministrative e alle diverse vocazioni territoriali”.
L’altra proposta è del consigliere Claudio Bucci (IdV) che prevede l’istituzione di un “unico ente pubblico dipendente di Gestione Parchi Lazio, sciogliendo cosi i singoli enti di gestione che fino ad oggi hanno svolto attività amministrativa e gestionale nelle singole aree naturali protette sul territorio laziale”
ALTURA ritiene che un solo ente per tutte le Aree Protette regionali, dotato di un consiglio direttivo dove saranno rappresentate tutte le aree naturali protette, in più gravato di una dotazione organica di personale non meglio quantificata, sarebbe una struttura poco agile dal punto di vista amministrativo e impossibilitato a rispondere alle esigenze di realtà territoriali tanto diverse fra loro.
Il Presidente di ALTURA Stefano Allavena dichiara: “cosi si rischia di dare il colpo di grazia definitivo al Sistema di Aree Protette regionali consegnandole ai clientelismi e favoritismi locali, renderle in balia dei giochi di potere degli amministratori che spesso non hanno dimostrato e non dimostrano una particolare attenzione per le materie ambientali. Cosi facendo si mette a rischio il futuro dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS), spesso coincidenti con Parchi e Riserve regionali e che costituiscono la Rete Natura 2000, lo strumento principale della politica comunitaria per la conservazione della biodiversità, e per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari”.
Facciamo presente che i comuni già partecipano alla gestione delle Aree Protette e possono già procedere agli aggiornamenti ed alle variazioni dei piani d’assetto dei Parchi e dei regolamenti, come previsto legislazione nazionale e regionale vigente.
ALTURA è consapevole della necessità di riforme gestionali serie e lungimiranti, che riducano gli sprechi e razionalizzino le poche risorse finanziarie presenti, ma al tempo stesso auspica che non venga cancellato quanto di positivo è stato fatto finora nei Parchi e dai Parchi, nella convinzione che la tutela per l’ambiente e una seria pianificazione siano l’unica alternativa possibile per uno sviluppo locale sostenibile e per dare un futuro migliore alla nostra Regione e ai nostri figli.