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Gli enti parco sopravviveranno alla spending review?

Scritto da Elio Tompetrini il 20.05.2012

Associazione 394: tagli al personale causano perdita di produttività nel settore pubblico: ecco cosa dice la Corte dei Conti

A partire dal decreto-legge n. 78 del 2010, le manovre volte a fronteggiare gli effetti della crisi economica, attraverso il necessario riequilibrio dei conti pubblici, hanno inciso in maniera significativa sulla spesa per redditi da lavoro dipendente del settore pubblico, oggetto di reiterate misure di contenimento consistenti, tra l’altro, nel blocco della contrattazione collettiva nazionale per l’intero triennio 2010-2012 e degli automatismi stipendiali, nella cristallizzazione, fino al 2014, del trattamento ordinariamente spettante, nella riduzione percentuale dei redditi più elevati, nell’inasprimento e nell’estensione dei vincoli alle facoltà assunzionali.

Non state leggendo un volantino di organizzazioni sindacali, ma la dichiarazione di apertura della Corte dei Conti, contenuta nella relazione 2012 sul costo del lavoro pubblico.

Nella sintesi iniziale, la Corte sottolinea altresì come

In un contesto caratterizzato dalla perdita di competitività del sistema Italia, preoccupanti segnali riguardano la produttività del settore pubblico. (………….) I reiterati tagli lineari agli organici obbligano, inoltre, le amministrazioni ad una continua attività di revisione degli assetti organizzativi che impedisce il consolidamento di procedure, competenze e professionalità, con inevitabili, negativi riflessi sulla quantità e qualità dei servizi erogati. Le misure di riduzione di personale necessitano, inoltre, di essere accompagnate dall’attuazione di un’effettiva mobilità del personale tra i diversi comparti e tra i diversi enti, tale da rimodulare la consistenza dei dipendenti sulla base del reale fabbisogno di attività amministrativa.

Per gli enti parco nazionali queste criticità assumono tutta la loro drammaticità. Si tratta di enti per lo più giovani e di piccole dimensioni – ma assimilati per natura giuridica agli enti pubblici non economici, (alcuni si, davvero anacronistici) – che sono stati travolti, indistintamente, dalle manovre di contenimento della spesa pubblica, dal blocco delle assunzioni, dalle razionalizzazioni, che, in maniera sempre più incalzante negli ultimi anni hanno caratterizzato lo scenario della pubblica amministrazione, impedendo a questi nuovi enti di strutturarsi e radicarsi concretamente sul tessuto politico e sociale italiano.

Dal 2005 le spese per le dotazioni organiche sono state tagliate almeno del 35%, con perdita di numerosi posti, e, in quest’ultimo anno, andando ad intaccare anche personale in servizio, con il rischio concreto di non poter garantire lo svolgimento delle funzioni fondamentali.

Ma una nuova minaccia incombe sugli enti parco, enti vigilanti dal Ministero dell’Ambiente: con la spending review, se ne prevede la riduzione, anche mediante accorpamento di enti vigilati. Gli enti parco nazionali stavano già per essere soppressi con DL 112/2008. Poi in fase di redazione finale, l’art. 26 fu cambiato e i parchi nazionali furono inseriti tra gli enti esclusi da tale soppressione. Una prima interpretazione della norma, però, li faceva rientrare tra gli enti soggetti a riordino. Il riordino venne avviato, ma con la legge n. 25/2010 è stata data un’interpretazione autentica dell’art. 26 e gli enti parco nazionali sono stati riconosciuti come enti non soggetti neanche al riordino. Solo 3 mesi dopo, il decreto legge n. 78/2010 disponeva un dimezzamento dei finanziamenti. Cosa dobbiamo aspettarci ora?

Ci aspettiamo che prevalga finalmente la consapevolezza del ruolo fondamentale e insopprimibile che le aree protette rappresentano, quali beni comuni dove è custodito gran parte del patrimonio naturale e della biodiversità del Paese e dove vi è anche la più alta concentrazione di siti della rete europea Natura 2000.

Ci aspettiamo che la Politica, almeno questa volta, eviti di considerare le aree protette italiane un argomento di nicchia di romantici idealisti, a fronte invece dell’affermato ruolo molto concreto e affatto secondario che hanno nel contesto nazionale e internazionale.

Elio Tompetrini
Presidente Associazione 394

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