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Il Re è nudo; il cordoglio per i parchi del presidente della Maddalena

Scritto da Renzo Moschini il 07.12.2011

Il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena Giuseppe Bonanno per il  ventennale della legge quadro 394 ha scritto una lettera ai colleghi dei parchi e delle aree protette italiane.

E’ una lettera di ‘cordoglio’ che dopo tanti  impacciati quando non penosi tentativi di dare al ventennale della legge anche da parte di chi avrebbe ben altri doveri di ‘verità’, ciurla nel manico per negare l’innegabile, ricorda il bambino che dice ‘ma il re è nudo’ mentre gli adulti fanno finta di apprezzarne l’inesistente e invisibile vestito.

Di Giuseppe Bonanno ricordo l’intervento a Pisa nello scorso settembre dove discutemmo dei parchi in Europa per iniziativa di Legautonomie da cui si tennero alla larga proprio quelli che nei confronti dei parchi hanno precisi doveri istituzionali. Fu un intervento senza peli sulla lingua che nella  lettera di oggi aggiunge efficacemente giudizi

precisi e netti che tra un brindisi e l’altro da più parti si cerca ancora ostinatamente e penosamente di eludere, facendo finta, ad esempio, che la legge in discussione al Senato sia davvero una risposta seria ed efficace ai problemi dei parchi che ne risulterebbero invece ulteriormente penalizzati proprio a partire dalle aree protette marine.

Bonanno, infatti, esprime il suo ‘cordoglio’ per ‘la morte della filosofia ispiratrice della legge quadro che sta rischiando di diventare uno ‘strumento quasi ancillare rispetto alle esigenze altrui mentre  gli Enti gestori sono sempre più messi in difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi istitutivi. La lettera sferza il ‘commissariamento’ degli enti diventato una pratica abituale e solo per risolvere esclusivamente esigenze non dei parchi ma di altri soggetti. A fronte di questa situazione -dice Bonanno- anziché riconoscere dignità e stabilità ai parchi ci si sta muovendo in senso diametralmente opposto con un processo di ‘svuotamento’ delle competenze e della autorevolezza degli Enti Parco che non trova ormai alcun argine. Gli atti compiuti e le decisioni mancate del ministero dell’ambiente unitamente al testo di legge in discussione al Senato confermano puntualmente questa analisi che non troviamo purtroppo né in documenti né in pronunciamenti ‘ufficiali’ collegiali dei parchi sempre più in balia di una gestione che con la legge si vorrebbe ratificare e ‘legittimare’.

Una legge tanto per intenderci che taglierebbe fuori la regione da Sardegna da qualsiasi   ruolo sul parco della Maddalena e sulle altre aree protette marine. Finora per bloccare questo scivolo non si è andati oltre una filza di emendamenti del cavolo che non riguardano –guarda caso- il vero stravolgimento della legge 394. Ciechi? Miopi? Orbi? . Svegli sicuramente no.

Ricordo un appuntamento molti anni fa al parco della Maddalena promosso dal Centro Giacomini di Gargnano in cui Federparchi coinvolse Fabrizio Barca l’attuale ministro della coesione sulle attività imprenditoriali femminili del territorio. Si dirà che anche legge del senato parla di attività economiche nei parchi e vi accenna anche il nuovo ministro Clini nella sua lettera al Congresso nazionale di Legambiente a Bari ma non è la stessa cosa. Qui le attività economiche anche ambientalmente non sostenibili o decisamente incompatibili con un’area protette    sono concepite come un dazio per sgravare il bilancio dello stato. E’ una serpe in seno come giustamente denuncia Bonanno.

Ecco un punto chiave da verificare alla svelta non al senato ma con il ministro. Avevamo detto che per il ventennale non sarebbe bastato un prosit. Ed è vero.

Renzo Moschini

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