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Malpensa: spazzare via un paese e 600 ettari di bosco per costruire la terza pista

Scritto da Federica di Leonardo il 19.07.2011

Nove comuni lombardi si oppongono alla costruzione della terza pista di Malpensa. A capo della cordata il sindaco di Lonate Pozzolo Piergiulio Gelosa.
Le critiche al progetto di realizzazione della terza pista del’aeroporto che, negli ultimi mesi ha fatto parlare di sè a causa della diminuzione del traffico di passeggeri, sono state depositate al Ministero dell’Ambiente.

La costruzione della pista implicherebbe infatti la distruzione di 600 ettari di bosco e del paese di Tornavento, i cui abitanti sarebbero di conseguenza costretti ad abbandonare le proprie case.

Il Nuovo Master Plan Aeroportuale prevede un ampliamento prevalentemente a sud, su aree in gran parte appartenenti in origine al demanio miliare (la superficie del sedime aeroportuale passerà da circa 1.220 ha a circa 1.657 ha), la realizzazione di una nuova pista, lunga 2.400 m, a sud del Terminal 1 in aggiunta alle due piste esistenti (lunghe entrambe 3.920 m), la creazione di una nuova area passeggeri attraverso la realizzazione di un nuovo satellite tra le due piste esistenti con relativi ponti di imbarco e aree parcheggio aeromobili, collegato con un tunnel sotterraneo all’area in cui è ubicato il Terminal 1 oltre ad un nuovo corpo di fabbrica la cui funzione è legata al nuovo satellite. Inoltre è prevista la riconfigurazione del Terminal 2 che include la realizzazione di un nuovo molo, l’ampliamento dell’area cargo attualmente denominata Cargo City, l’insediamento di un parco logistico e funzioni di supporto e integrative delle attività aeroportuali nella parte a sud nell’area di espansione del sedime ed infine aree tecniche e quelle dedicate alla manutenzione degli aeromobili localizzate nelle parti nord est e nord ovest del sedime aeroportuale.

I comuni sono supportati dell’Ente Parco del Ticino e dalle associazioni ambientaliste Italia Nostra, WWF e FAI. L’Ente Parco Ticino, nel suo comunicato,afferma che il progetto “per la sua natura e per le ampie ricadute territoriali ben più vaste rispetto allo stretto sedime aeroportuale, avrebbe dovuto essere assoggettato a Valutazione Ambientale Strategica (Vas)”. Il parco afferma inoltre che l’impatto di quest’opera sarebbe negativa sull’area di brughiera del parco e su alcune specie in essa ospitate come la Succiacapra e l’Averla piccola specie prioritarie ai fini della conservazione protette dalla normativa europea. Inoltre la realizzazione delle opere in progetto comprometterebbe irrimediabilmente un’area strategica anche da un punto di vista delle connessioni ecologiche a livello locale, provinciale, regionale.

Il progetto della costruzione è stato presentato dalla SEA, la società di gestione degli aeroporti di Malpensa e Linate di cui il principale azionista è il Comune di Milano, che ha dichiarato di voler portare il traffico fino a 50 milioni di passeggeri l’anno. Ma come dichiarato al Corriere della Sera oggi dal sindaco Piergiulio Gelosa «I 50 milioni di passeggeri e i 2 milioni di tonnellate di merci ipotizzati, per noi sono un’utopia; in compenso il piano prevede insediamenti per 200 mila metri quadrati dentro la nuova area dell’aeroporto. Immobili che farebbero molto bene ai bilanci del Comune di Milano e della Sea che sta per quotarsi in Borsa».

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