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Parchi: si vota domani la dichiarazione d’urgenza per il disegno di legge D’Alì
Contrarie le associazioni ambientaliste

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 09.09.2013

Un cartello di associazioni ambientaliste lancia un appello contro la dichiarazione d’urgenza del disegno di legge S.119 (D’Alì), che sarà votata domani in Senato. Il disegno di legge in questione è quello che dovrebbe modificare l’attuale legge quadro sui parchi. Ciò che le associazioni lamentano è la non necessità di agire d’urgenza su questa legge, visto che sugli argomenti è in corso una discussione che vede gli attori su posizioni discordanti. Ma non sembra che questa discussione, vista la richiesta che sarà votata domani, voglia essere presa in considerazione dal Governo, che sembra avere talmente a cuore la questione ambientale da volerla chiudere in fretta e furia.

parchi

Ma il cartello di associazioni ambientaliste e di settore che sono contrarie è lungo e l’approvazione domani in Senato della dichiarazione d’urgenza la direbbe lunga. Sono infatti contrarie: FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Pronatura, Touring Club Italiano, WWF Italia, Associazione 394, AIDAP, AIGAP e AIGAEE. Mancano all’appello Legambiente e Federparchi.

Le associazioni, con due comunicati differenti, ma sulla stessa lunghezza d’onda, mettono in evidenza che la 394 del 91, la legge quadro sui parchi, è un buona legge, che può essere modificata, ma dopo un’ampia discussione che coinvolga tutti gli attori.

Gli argomenti caldi della modifica che porta la firma del Senatore D’Alì, per il quale nel giugno scorso sono stati chiesti 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, sono diversi. Uno riguarda il meccanismo delle royalties a favore degli Enti gestori a compensazione di impianti impattanti nei parchi che, secondo le associazioni “rischiano di determinare pesanti condizionamenti nella gestione delle risorse naturali dei territori protetti.”

Altro argomento caldo riguarda un nuovo modello di gestione della fauna in collaborazione con le associazioni venatorie: “è piena d’insidie la distinzione artificiosa che si vorrebbe introdurre tra attività venatoria e controllo della fauna selvatica, pur con la supervisione dell’ISPRA, l’Istituto di ricerca del Ministero dell’Ambiente. Si prevede di fatto un diretto coinvolgimento dei cacciatori nella gestione della fauna all’interno delle aree naturali protette. La normativa attuale già consente interventi da parte degli Enti Parco per la gestione dei problemi che alcune specie, essenzialmente il cinghiale, possono determinare se presenti in sovrannumero. La riforma prevista rischia di aprire le porte alla caccia nei parchi per interessi lontani dalla conservazione della biodiversità nel nostro paese”, spiegano le associazioni.”

E ancora la nomina di presidenti e direttori dei parchi, dei rappresentanti degli organi di gestione a favore di una maggiore rappresentanza degli enti locali, ma questo, secondo le associazioni, senza che ci si sia intesi su quale sia il futuro dei parchi e mettendo forse in secondo piano il fatto che la loro mission principale è la tutela dell’ambiente al di sopra di qualsiasi interesse privato.

Per questo le associazioni tutte chiedono che la domani l’urgenza non sia votata e che sia dato nei prossimi mesi ampio spazio ad una discussione sulla funzione e il futuro dei parchi, discussione che ad oggi non è mai veramente decollata.

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