Uno dei problemi più importanti che le aree protette a livello mondiale si trovano ad affrontare è la necessità di applicare le norme per la conservazione della natura su larga scala, di modo che abbiano veramente effetto sulla tutela dell’ambiente e quindi della biodiversità.
In questa lungimirante direzione il 28 luglio scorso è stata approvata la modifica della legge quadro dei parchi piemontesi, grazie alla quale sono nate le aree contigue del Parco del Po piemontese e il nuovo ente di gestione unico del Parco del Po e della Collina torinesi.
Nel giugno 2010 la Corte costituzionale aveva dichiarato non conformi alla legge nazionale sui parchi le zone di salvaguardia istitutite dalla Regione Piemonte negli anni ’90. Infatti queste, pur essendo considerate aree di connessione fra i parchi, consentivano l’attività venatoria ordinaria.
Il Piemonte – con la legge votata il 28 luglio 2011 – ha mantenuto e garantito un livello di attenzione ambientale a questi territori, classificandoli come aree contigue.
In questo modo, senza dover trasformare le zone in questione in parco, si assicura la giusta tutela a quelli che sono considerati importanti corridoi ecologici.
Questa tipologia di protezione, di fatto, è una via intermedia fra l’area protetta e il territorio esterno a questa. Qui infatti il parco ha voce in capitolo sulla gestione del territorio e si coordina con gli altri enti interessati, come ad esempio gli stessi comuni.
La nuova legge entrerà in vigore dal primo gennaio del prossimo anno. Da quel momento potranno essere stabilite le norme che regoleranno l’attività venatoria nelle aree contigue. Resta per ora attiva la norma che permette la caccia ai residenti.
Si apre quindi dal prossimo anno una nuova fase per il parco: l’approccio su vasta scala che presuppone quindi un forte coordinamento e una grande cooperazione, che è ormai lo strumento ritenuto più efficace ed adeguato per far progredire la politica della tutela ambientale e della biodiversità.
Bella tutela della biodiversità così facendo si creano solo riserve private visto che le zone attigue sono soggette alla caccia dei soli residenti