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Parco di San Rossore, un appello per la salvaguardia dei parchi

Scritto da Maria Di Gregorio il 29.12.2010
Foto di Maria di Gregorio www.marigro.it

"Agonia" di Maria di Gregorio

Il 6 dicembre scorso il Parco di San Rossore, ha lanciato un appello per la tutela dei parchi, contro i tagli del governo approvati la scorsa estate.

Di seguito alcuni stralci dall’appello e qui il link al quale potete firmare l’appello.

“I parchi naturali e le altre aree protette rappresentano oggi un baluardo contro le dilaganti aggressioni nei confronti del territorio e della biodiversità e costituiscono una speranza per il futuro perché sono straordinari laboratori dove si realizzano modelli di gestione che dimostrano come sia possibile coniugare conservazione e sviluppo e porre al centro il rapporto persona-natura.

La missione attuale che la storia affida alle aree protette è allora una missione strategica: contribuire a salvare la Terra dal rischio della catastrofe ambientale.

Il ruolo che esse svolgono è quindi un ruolo di interesse generale.

Proprio in considerazione di tale ruolo cresce in tutto il mondo il numero delle aree naturali protette, s’innalza il livello della qualità degli interventi a livello sia nazionale che internazionale.

In Italia, invece, le aree protette hanno conosciuto negli ultimi anni una crisi gravissima che trova la sua causa fondamentale nella sottovalutazione e, a volte, addirittura, nella banalizzazione di quel ruolo, troppo spesso interpretato in chiave pseudoaziendalistica, e nel conseguente progressivo disinteresse istituzionale, culminato nel pesantissimo taglio dei finanziamenti pubblici effettuato dal Governo nel luglio 2010.

Il sistema delle aree protette italiane rischia così di essere cancellato.

Pensato già dagli anni ’10 del secolo scorso, avviato con la creazione dei primi parchi nazionali all’inizio degli anni ’20 e progressivamente realizzato a partire dagli anni ’70, questo sistema – costituito da un migliaio di aree protette (parchi nazionali e regionali, aree marine protette, riserve naturali , ecc.) che tutelano ben oltre quel 10% della superficie nazionale che nel 1980 aveva costituito una sfida lanciata dall’ambientalismo italiano per l’istituzione dei parchi – rappresenta una delle grandi conquiste di civiltà del nostro Paese e risponde alle indicazioni della legge Quadro, la 394 del 1991, una legge molto avanzata, approvata unanimemente dopo trent’anni di elaborazioni e di lotte.(…)

Adesso tutto rischia di essere vanificato.

Con l’ultimo taglio, che pesa drammaticamente sull’insieme delle aree protette, molte di esse – certamente i parchi nazionali che si sono visti dimezzare il fondo di dotazione – non potranno far fronte neanche a tutte le spese obbligatorie e sarà anche precluso l’accesso alle risorse aggiuntive e in particolare ai fondi comunitari.

Così nell’Anno internazionale della biodiversità, mentre gli organismi e gli accordi internazionali vedono nelle aree protette uno strumento fondamentale per fronteggiare la crisi ambientale e mentre lo stesso Piano italiano sulla biodiversità approvato nello scorso ottobre sottolinea l’importanza del loro ruolo, esse rischiano la paralisi e quel movimento rischia l’impotenza e la frustrazione.

Questi rischi sono solo la punta di un iceberg, la spia di un generale disinteresse delle attuali classi dirigenti italiane, nazionali e regionali, nei confronti della conservazione della natura, la quale non sembra più rappresentare un problema, né una priorità, nemmeno un obiettivo proprio mentre la crisi ambientale precipita a livello planetario e nazionale. (…)

Per info:http://www.parks.it/appellosanrossore/

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