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Da Parco della Majella progetto per valorizzare gli eremi celestiniani

Scritto da Federica di Leonardo il 31.08.2011

Altopiani sommitali della Majella Fonte: www.parco majella.it

E’ di qualche giorno fa la notizia che il Parco Nazionale della Majella ha ottenuto un finanziamento di circa 350.000 euro per un progetto dal titolo “L’Eremitismo nella natura selvaggia del Parco Nazionale della Majella” vincendo un bando di concorso indetto dalla Fondazione Telecom, “I parchi e le aree marine protette: un patrimonio unico per l’Italia”.

Il Parco Nazionale della Majella, istituito all’inizio degli anni ’90, comprende il Massiccio da cui prende il nome, i monti Pizzi, il Porrara e il massiccio del Morrone.
Il parco vanta una vastissima varietà di flora e fauna. Ricordiamo il Lupo, simbolo del parco, il Camoscio, presente con una popolazione di oltre 600 individui, l’Orso Bruno Marsicano e ancora il Gatto selvatico, la Martora, il Picchio dorsobianco, il Falco pecchiaiolo, l’Astore e tante altre specie. Il patrimonio floristico della Majella è ricchissimo: oltre 1800 specie vegetali censite, circa un terzo dell’intera flora italiana con elementi mediterranei, alpini, balcanici, pontici, illirici, pirenaici e artici.

 

Radura della Sfischia Fonte: www.parcomajella.it

In questo fantastico ambiente che si colloca per più della metà al di sopra dei 2000 metri si sviluppò nei primi decenni del 1200 il fenomeno dell’eremitismo, grazie anche alla figura di Celestino V, eremita che raccolse attorno a sè tanti discepoli fino a far sì che si creasse una comunità.Celestino era infatti noto per la sua tendenza al misticismo, e alla religiosisssima solitudine. Passò alla storia per essere stato eletto Papa nel 1294 sotto il Regno di Carlo II D’Angiò e per aver rinunciato al papato lo stesso anno. Morì cinque anni dopo nella rocca di Fumone, in Ciociaria.

 

 

I luoghi di questa storia sono ancora presenti nel territorio del parco, ed è per questo che il team che si è occupato della redazione del progetto intende come prima azione rendere più accessibili e migliorare la fruibilità degli eremi creando una rete che consenta al visitatore di orientarsi fra i diversi luoghi. Inoltre sarà allestita una mostra permanente e itinerante che possa rendere nota la storia di questi luoghi mitici anche in Europa.

Non ultimo, saranno realizzati progetti per la formazione di personale specializzato sull’argomento che possa poi collaborare con il parco e le cooperative presenti sul territorio alla valorizzazione della storia degli eremi.

La visita agli eremi è a tutt’oggi possibile. Scavati nella roccia e immersi nella natura, sono una rara occasione per fermarsi e ascoltare il silenzio, lo stesso che abitò la tensione ascetica dell’antico Papa otto secoli fa.

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