“Di cosa sia un’area protetta, a cosa serva e perché venga istituita, il Governatore Cota sa poco o niente. Lo ha dimostrato in occasione di un recente convegno sui parchi, dove ha fatto alcune dichiarazioni che non lasciano spazio a dubbi. Al diavolo la biodiversità e la sua conservazione, le Direttive europee, gli enti di gestione e il personale dipendente, la “storia” delle aree protette piemontesi, i riconoscimenti nazionali e internazionali. Ciò che conta sono i soldi (ai parchi si chiedono 10-15 milioni di incassi) e la riduzione delle spese (gli enti di gestione passeranno da 14 a 2).” esordisce così il comunicato del WWF Piemonte contro il governatore della Regione.
“Nell’immaginario di Cota,” continua il comunicato, “il modello primitivo di parco è quello della Mandria: un’area recintata accessibile attraverso dei varchi con un po’ di sentieri per le passeggiate e qualche attrattiva naturalistica, architettonica e ludica. Ma la forma evoluta a cui tutti i parchi devono tendere è una Gardaland moderna, dove piante e animali sono accessori al vero “core business”: il turismo a pagamento.”
E il WWF elenca le proposte: “dal biglietto d’ingresso all’area picnic attrezzata, dalle strutture di ricezione turistica all’intrattenimento per adulti e le passeggiate per bambini con i pony. Senza escludere, su suggerimento dell’Assessore all’Agricoltura Sacchetto, anche un po’ di attività venatoria. Di sicuro questo modello ha la benedizione del nuovo Assessore ai Parchi, Gian Luca Vignale, paladino della valorizzazione turistico-economica dei parchi.”
E il comunicato continua al vetriolo: “Ma perché Cota non chiede la chiusura delle aree protette? “Da domani, parchi e riserve non esistono più. Per il personale addetto troveremo una adeguata collocazione”. Ecco, questo sarebbe ciò che vorremmo sentir dire dalla triade Cota – Sacchetto- Vignale, perché questo è il loro vero pensiero. Ma non è accaduto. Perché, si sa, ai politici conviene dare un colpo al cerchio e uno alla botte; come dire: forse con questa proposta sui parchi perdiamo qualche voto di qua, ma di sicuro ne prendiamo qualcun altro di là. Che tradotto significa: a noi della natura, dell’ambiente e dalla biodiversità non frega assolutamente niente.”