Chi segue con apprensione le sorti dell’orso marsicano in Abruzzo, orso unico al mondo ridotto a 50 esemplari che per la maggior parte vivono nel Parco Nazionale d’Abruzzo, sa quanto sia importante una gestione efficace da parte della dirigenza. Negli ultimi mesi si è molto parlato della nomina del nuovo presidente del Parco. Attualmente il commissario del Parco è l’ex presidente Giuseppe Rossi, che ha mantenuto la carica per molti anni. Il Ministro Orlando ha fatto capire che non è per ora sua intenzione nominare nuovamente Giuseppe Rossi e inoltre ci dà qualche notizia su ciò che si sta muovendo per la tutela dell’orso marsicano. A giorni, infatti, stando alle parole del Ministro, sarà firmato il protocollo d’intesa per la tutela dell’orso. Inoltre il Ministro ha ricordato l’urgenza di approvare il Piano del Parco per non perdere il prestigioso “Diploma europeo”.
Alla notizia che Giuseppe Rossi potrebbe non essere riconfermato e che al suo posto possa essere invece nominato un politico sbruzzese, Antonio Carrara, Presidente in carica della Comunità Montana Peligna, si è alzato un coro di dinieghi da parte delle associazioni ambientaliste.
Il motivo è che la nuova composizione dei consigli direttivi prevede che 4 degli 8 componenti siano esponenti delle comunità locali, per questo la nomina del presidente dovrebbe avere profilo e competenze nazionali.
In parole semplici, secondo le associazioni ambientaliste, dare i parchi in gestione alle comunità locali sarebbe come chiedere alla volpe di fare la guardia al pollaio.
Ma il Ministro Orlando ha risposto con una lunga dichiarazione:”Nel Collegato ambientale alla Legge di Stabilità” ha spiegato Orlando, “ci sono norme che possono risolvere in radice il problema attraverso il superamento dell’intesa tra Ministero e Regioni (riservando la responsabilità della scelta al Ministero) riequilibrato con la scelta del Direttore da parte del Consiglio Direttivo su proposta del Presidente e della riforma del meccanismo di vigilanza con il trasferimento di una maggiore autonomia agli Enti Parco.
“Nell’individuazione dei nomi (dei presidenti dei Parchi ndr) ho cercato di tenere in equilibrio le diverse caratteristiche che si richiedono nella guida delle aree protette: da una parte la conoscenza del territorio e delle problematiche dell’Ente, non viziate da parzialità e da localismo, dall’altra credibilità e fermezza nel rispetto dei principi di conservazione della natura così come definiti nella legge 394/1991.
E il ministro Orlando ha continuato dicendo che non si può “sostenere la tesi di una mia subalternità al territorio e ai particolarismi. L’attenzione ad evitare questo limite non può però tradursi in un veto a chiunque abbia svolto attività amministrative quando in questo ambito si sia data prova di attenzione ai valori ambientali e conoscenza del territorio.
Per il Parco d’Abruzzo il ministro pensa ad una discontinuità e “dinamismo che, facendo tesoro del prezioso lavoro svolto dal Commissario Giuseppe Rossi che ancora ringrazio, affronti con determinazione i gravi problemi che in quella delicata area ancora persistono.”
“È urgente tra le altre cose tutelare al meglio l’orso marsicano, una specie simbolo di tutto il sistema delle aree protette nazionali. In questo lavoro l’Ente deve essere sostenuto meglio da tutti i soggetti che io ho inteso mettere insieme in un Protocollo d’Intesa che stiamo condividendo e che firmeremo tra qualche giorno.
“Inoltre il Pnalm deve vedere approvato il Piano del Parco, strumento di programmazione essenziale anche per il mantenimento del prestigioso ‘Diploma Europeo’ per la conservazione del paesaggio e della biodiversità. Per queste ragioni ascolterò ogni argomentazione senza preclusioni ma anche senza approcci pregiudiziali o veti”, conclude Orlando.