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Orso marsicano e tubercolosi al Parco d’Abruzzo

Scritto da Federica di Leonardo il 01.08.2012

Foto Carlo Romano www.carloromanoart.com

Che l’orso marsicano non se la passasse bene lo sapevamo già. 40 individui all’ultima stima, altissima mortalità di femmine adulte (una all’anno negli ultimi 5 anni), picco di bassa natalità dal 2006, l’anno scorso con solo 3 cuccioli.
A questa situazione precaria va aggiunto un alto rischio sanitario che si è esplicitato in questi giorni in maniera evidente. Il 12 giugno scorso infatti, un toro di provenienza francese di una mandria di Gioia dei Marsi, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, è risultato positivo al test della tubercolosi. Da allora si sono avviate delle misure per contenere il contagio fra gli animali domestici, ma sarà necessario almeno un anno perchè la situazione si stabilizzi. Abbiamo cercato di capire quali sono state le procedure attuate e qual è la situazione ora.
Il progetto LIFE ARCTOS prevede un’azione apposita per valutare i rischi sanitari per l’orso marsicano e implementare delle conseguenti linee guida. Quelle che sono state proposte dal Parco sono state “alleggerite” in sede del tavolo tecnico del Ministero della Salute per motivi economici. Eppure, se per la tubercolosi, che è sottoposta a controlli, si incontrano i problemi gestionali di cui parleremo di seguito, come saranno gestite quelle patologie che non sono ancora monitorate, ma sono già una grave minaccia per l’orso?

La convivenza fra bestiame domestico e fauna selvatica è un serio problema per la salute degli ultimi 40 individui di orso marsicano presenti nel parco e nelle aree circostanti, lo dice una relazione effettuata grazie al progetto LIFE ARCTOS finanziato dall’Unione Europea. La presenza della tubercolosi in questi giorni al Parco è la dimostrazione che i controlli sanitari non sono del tutto efficienti, ma, soprattutto, che non ci sono i mezzi idonei a fronteggiare una malattia che è controllata con normative europee. Ma ciò che emerge nella relazione, e che è molto più grave per la salute dell’orso marsicano, è che sono presenti al Parco alcune patologie che non sono neanche soggette a controllo, ma avrebbero un impatto letale sulla popolazione di orsi marsicani rimasta.

I fatti

Il 13 giugno scorso un toro di provenienza francese, allevato in una mandria di Gioia dei Marsi, nel Parco Nazionale d’Abruzzo è risultato positivo alla tubercolosi prima della macellazione. Secondo il dirigente del Servizio Veterinario del Distretto di Avezzano, dottor Mario Mazzetti, il toro presentava delle lesioni aperte, quindi la malattia era in fase avanzata. Il toro era stato controllato l’ultima volta il 30 marzo.

Tutte le vacche appartenenti a questa prima mandria sono state sottoposte a controlli: 15 sono risultate positive e sono state destinate al macello. Anche le vacche appartenenti ad una mandria che pascolava insieme alla prima sono state sottoposte a controlli e 6 capi, risultati positivi, sono stati macellati. Tutte le vacche macellate presentavano la malattia in fase iniziale.

Le mandrie che pascolano a Gioia dei Marsi sono 5. Una terza è composta da vacche arrivate al parco alla fine di maggio, ha pochi capi, ed è stata riunchiusa in un recinto. Una quarta sta subendo i controlli: quelli effettuati finora sono tutti negativi.

La quinta mandria, che è composta da 200 capi secondo il dottor Mazzetti, e da 350-400 capi secondo altre fonti, non è stata controllata perchè, secondo il dottor Mazzetti, aveva subito i controllli a fine di marzo ed era quindi necessario aspettare un tempo congruo (saranno controllate alla fine di agosto) per evitare dei falsi negativi. Inoltre, sempre secondo il dottor Mazzetti, la mandria in questione non era venuta in contatto con le mandrie infette.

La quarta e la quinta mandria quindi, attualmente pascolano liberamente in zona Parco.
Le autorità del Parco hanno ritirato l’autorizzazione al pascolo in via cautelativa, ma il provvedimento non è stato recepito dal sindaco di Gioia e dalla ASL di Avezzano. La motivazione del Parco è abbastanza comprensibile: le vacche pascolano allo stato brado senza alcuna sorveglianza. Chi conosce un po’ il Parco sa bene che è praticamente impossibile affermare con certezza di conoscere gli spostamenti di tutte le vacche ad ogni ora del giorno. Ma per ora non è chiaro quale provvedimento abbia la priorità, se quello del Parco o quelli del sindaco e della ASL.

Inoltre le vacche appartenenti alle due mandrie infette, sarebbero dovute rientrare in stalla con un trasporto su ruote. Questo non è stato possibile perchè  le stalle non erano abbastanza capienti o inagibili e le vacche sono state fatte pascolare fino ad un altro luogo.

Perciò, condotte al pascolo le 90 vacche circa, appartenenti alle due mandrie infette, sono state portate nella vicina località Fonte di Vico. Qui è necessario portare l’acqua agli animali perchè la fonte è secca e nell’operazione sono coinvolti il Corpo Forestale dello Stato e la Protezione Civile.

Raggiunte le vacche con i nostri mezzi e una telecamera il 20 luglio scorso, abbiamo potuto filmare che la vacche non sono affatte contenute, non c’è nessun recinto e nessuno che le sorvegli. A due  albero sono affissi due cartelli con ordinanze di polizia veterinaria. Uno dice di non oltrepassare il recinto e non abbeverarsi al fontanile, ma attorno al fontanile non c’è nessun recinto. Un altro vieta lo sconfinamento delle vacche, ma ripetiamo, al fontanile non c’era nessuna sorveglianza, tanto che noi abbiamo potuto accedervi liberamente e il cartello l’abbiamo visto molto dopo aver incontrato le prime vacche. Va inoltre fatto notare che, proprio a causa della grande siccità, al fontanile può accedere anche la fauna selvatica con immaginabili rischi: questi animali diventano “vettori” della malattia.

I rischi sanitari e il progetto LIFE

Nel progetto LIFE ARCTOS è prevista un’azione che si occupa proprio degli aspetti sanitari. La popolazione di orso marsicano ha una ridotta variabilità genetica per questo ha un aumentato rischio di contrarre malattie.
L’azione si chiama “Valutazione del rischio sanitario legato alla presenza del bestiame domestico, dei protocolli di monitoraggio in vigore e definizione di linee guida in collaborazione con i principali attori territoriali” e ha previsto la redazione di una relazione utile a progettare delle linee guida da parte dell’epidemiologo Massimo Fenati.

Località Fonte di Vico, 20 luglio 2012. Vitello morto a pochi metri dal fontanile

Spiega Fenati  nella relazione: “Dal lavoro emergono sostanzialmente due elementi gestionali di rilievo per la conservazione dell’Orso: il primo è legato alla presenza di rischi sanitari per l’Orso nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise; il secondo è dovuto all’esposizione dell’Orso a rischi sanitari che risultano principalmente determinati dalla presenza di specie domestiche (Ruminanti, cani e suini) nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Le specie domestiche “veicolano” il 56% delle malattie considerate nello studio ed oltre l’80% di quelle considerate di prioritaria importanza. La recente segnalazione della circolazione all’interno della popolazione di orsi marsicani di quattro di queste malattie, tra cui brucellosi, cimurro, parvovirosi ed epatite infettiva canina (Gentile L., comunicazione personale), tutte legate a serbatoi domestici, testimonia ulteriormente l’elevato grado di interazione sanitaria esistente tra le specie domestiche e quelle selvatiche nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, e rimarca l’importanza gestionale di un’attività di sorveglianza epidemiologica che coinvolga necessariamente anche gli animali domestici che vivono in simpatria con l’Orso marsicano.

Nelle linee guida scaricabili al sito di LIFE ARCTOS, redatte dal veterinario del Parco, dottor Leonardo Gentile, si riprendono proprio i risultati della ricerca evidenziando che c’è un reale rischio sanitario per la conservazione dell’Orso bruno marsicano nell’area di studio, dovuto alla presenza di 13 patogeni su 17 indagati, 10 dei quali considerati ad alto impatto sulla popolazione di orsi. La diffusione, secondo ciò che è riportato nelle linee guida, può avvenire attraverso la fauna selvatica e il bestiame domestico.

Il sistema di monitoraggio sanitario risulta inefficace e anche le banche dati risultano all’indagine mal gestite.

Le linee guida, che si possono scaricare sul sito del LIFE ARCTOS, sono state però “semplificate” così come annunciato dall’apposito Tavolo Tecnico istituito dal Ministero della Salute, a causa della crisi economica.

Se per patogeni noti, per i quali esistono dei controlli e delle procedure, come nel caso della tubercolosi, i risultati sono quelli dimostrati negli ultimi mesi, che tipo di salvaguardia è prevista per la salute degli orsi marsicani, a rischio per patogeni attualmente non monitorati e segnalati nella relazione?

La Regione Abruzzo, referente per l’azione sanitaria, è impegnata ora nella redazione di un piano di lavoro. La dottoressa Annabella Pace, che sta lavorando alla scrittura del piano insieme ad un consultente e al Parco Nazionale d’Abruzzo,  ha dichiarato che la prima versione del piano di lavoro sarà pronta per il prossimo ottobre. Dovrà essere poi vagliata dagli altri partner del progetto (ISPRA, Università, ASL) e poi implementata. Non prima probabilmente del 2013.

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