L’orso marsicano torna – suo malgrado – a far parlare di sé. La morte di un’orsa lo scorso marzo a causa della tubercolosi bovina ha portato all’attenzione di tutti che il pascolo delle vacche allo stato brado, senza opportuna guardianìa e senza regolamenti e controlli omogenei sul territorio, sta mettendo a rischio l’unica popolazione di orso marsicano al mondo, ridotta a soli 50 esemplari. Le istituzioni stanno reagendo in maniera non del tutto coordinata con tempi e azioni della cui supposta efficacia nessuno ad oggi si assume la responsabilità, visto che tra l’altro gli esperti epidemiologi e veterinari che si stanno occupando espressamente della questione sanitaria non sono stati ancora interpellati. Il Ministero della Salute e quello dell’Ambiente non si sono ancora pronunciati. Gaianews.it ha chiesto un’intervista a entrambi i Ministeri ed è in attesa di risposta. Molto critico Stefano Orlandini, presidente di Salviamo l’Orso, che denuncia l’immobilismo pregresso delle istituzioni e chiede il divieto di pascolo e un maggiore coinvolgimento di chi ha la responsabilità della conservazione dell’orso.
Che la situazione fosse esplosiva l’avevano affermato gli esperti in varie occasioni: il rischio di una veloce estinzione per l’orso arriva sia da malattie in teorie monitorate, ma anche da malattie che non sono monitorate per legge, elencate in un’apposita relazione scritta dell’epidemiologo Massimo Fenati per il progetto europeo Life Arctos.
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Negli ultimi anni non sono mancati gli orsi morti a causa di patologie, a partire dal 2008 un orso marsicano morì nella Riserva della Duchessa, nel 2011 un altro morì nel Parco del Sirente Velino, e l’ultima è morta il mese scorso. Eppure le reazioni dalle istituzioni non sono arrivate. Di più, un Audit del Ministero della Salute, svoltosi all’inizio di dicembre del 2012, cioè dopo che un focolaio di tubercolosi era stato rilevato a Gioia dei Marsi, rilevava inadempienze da parte della ASL di Avezzano e Sulmona, cioè proprio quella coinvolta anche nella morte del’orsa del mese scorso. Nella relazione dell’analisi dal titolo “Valutazione del sistema sanitario regionale, con particolare riferimento all’area degli alimenti, nutrizione e della sanità pubblica veterinaria”, reperibile sul sito della Regione Abruzzo, si può leggere quanto segue:
Dunque la presenza dell’orso marsicano sul territorio ha funto da cartina di tornasole per un sistema di controllo sanitario che fa acqua e potrebbe anche mettere a rischio la salute degli uomini, visto che la tubercolosi bovina è trasmissibile agli essere umani.
Nella zone del ritrovamento dell’orsa morta, la stessa del focolaio del 2012, si ipotizza ora la creazione di un’area speciale, ma i tamponamenti d’urgenza saranno necessari? Si è fatto e si sta facendo tutto il possibile? Gli esperti che si sono occupati del rischio sanitario dell’orso per quanto a noi noto non sono stati interpellati. Stefano Orlandini, presidente dell’Associazione Salviamo l’Orso, è estremamente critico nei confronti di chi sta gestendo l’emergenza.
“Salviamo l’orso sin dalla sua costituzione, quindi da più di 2 anni, ha privatamente e più volte sollevato la questione del pascolo selvaggio e senza controlli in alcune delicatissime aree del Parco,” spiega Orlandini. “Le lettere e gli appelli inviati alla Direzione del PNALM (Dott. Febbo) e all’ex Commissario Giuseppe Rossi sono rintracciabili da chiunque volesse controllare sul nostro sito web. A fronte delle solite risposte vaghe improntate all’usuale scaricabarile riguardo le responsabilità di tale situazione abbiamo pubblicamente denunciato la situazione …ma il risultato non è cambiato.
Orlandini spiega anche di chi sarebbero le responsabilità: “Non possiamo non rilevare che grande responsabilità grava sul Ministero della Salute. In sintesi, la vigilanza sul tema sanitario sarebbe in capo al Min. Salute così come pure eventualmente i fondi necessari per approntare i necessari controlli sul bestiame domestico (c’e’ bisogno tra l’altro, per esempio di un recinto dove convogliare le mandrie da esaminare ) che però più volte nella migliore tradizione del famoso “scaricabarile ha mandato a dire che la fauna selvatica non è di sua competenza (e quindi praticamente non gliene importa un fico secco) e che invece, per quel che riguarda il bestiame domestico, è responsabilità delle Regioni e delle ASL competenti (altro vergognoso esempio di inefficienza tra cui spicca il Servizio Veterinario regionale abruzzese) che a loro volta dichiarano di non avere risorse sufficienti per fare bene quello che dovrebbero fare quale migliore esempio dello scaricabarile che sta portando ad estinzione la specie più importante della fauna italiana?
Salviamo l’Orso propone quindi “vadano prese IMMEDIATAMENTE alcune misure dettate dall’emergenza: ecco cosa scrive Orlandini dietro nostra domanda:
– i sindaci dei comuni interessati devono emettere un’ordinanza comunale per vietare il pascolo, l’uso civico e la messa a terra di attrattive alimentari (i famosi carotai dei cavallari)
– La vigilanza affidata a CFS (eventualmente potenziato in zona, se il Dott. Patrone tenesse fede alla sua supposta preoccupazione per la situazione dell’orso e ce la volesse dimostrare concretamente gliene saremmo tutti grati!) alle guardie del parco ed alla polizia comunale. Vigilanza stretta e pronta a comminare sanzioni se l’ordinanza non venisse rispettata.
– i Comuni che danno le concessioni al pascolo in affitto, in teoria, sentito il parere del Parco, sono pochissimi: ebbene questa pratica deve cessare immediatamente e tutte le concessioni in essere vanno esaminate dagli organi tecnici del PNALM. Ca va sans dire che da parte del Parco deve cessare l’abitudine che ha radici antiche di chiudere un occhio se non tutti e due per non inimicarsi i Sindaci, quelli stessi sindaci che 2 mesi fa sembravano così preoccupati per la nomina del nuovo Presidente e per le conseguenze che questa avrebbe potuto avere sul loro “amatissimo” orso. Ebbene dimostrino con i fatti ora quanto sono pronti a fare per la conservazione dell’animale simbolo del loro territorio.
Inoltre Salviamo l’Orso chiede “al Ministero dell’Ambiente che collabori con Ministero della Salute e Regione Abruzzo affinché ottengano le risorse necessarie ad affrontare il problema del controllo sanitario del bestiame (recinti , disponibilità al trasporto degli animali quando necessario) e alla Regione Abruzzo l’ abrogazione della norma che consente il pascolo brado e la monticazione per 12 mesi l’anno e l’ emanazione dei regolamenti attuativi della Legge Forestale appena approvata in consiglio regionale.”
Ma ci sono altri attori di cui Salviamo l’Orso non si dimentica: “ci aspettiamo una presa di posizione sull’intera questione sanitaria da parte dell’Autorità di Gestione del PATOM e del suo Tavolo Tecnico (TTP). Intendo dire un’analisi di ciò che sta accadendo e quali sono le iniziative che si intendono avviare ed ovviamente chi saranno i responsabili di queste iniziative e i tempi previsti , questo perché Salviamo l’Orso ritiene fondamentale che su ciò che riguarda la politica di conservazione dell’orso d’ora in poi venga assicurata trasparenza e sia possibile per l’opinione pubblica esercitare un doveroso controllo.”
Io sono inglese, ma mi vergogno al modo in cui le autorità del Parco Nazionale, il WWF Italia e tutti gli altri organismi che dovrebbero assumersi la responsabilità per la protezione di una delle più rare sub specie di orsi nel mondo. Perché è che i Parchi Nazionali usare l’orso come parte della loro identità? Un giorno gli abruzzesi si sveglieranno alla storia che l’ultimo orso marsicano è morto. Sarà che significa nulla per loro? Grazie mille Salviamo L’Orso per tutto il loro duro lavoro.