Non si arresta l’allarme arsenico nel Lazio. Non sembrano infatti diminuiti i livelli presenti nell’acqua e si aggiunge il pericolo che la sostanza si immetta nella catena alimentare attraverso il pane e gli ortaggi.
Mentre ai cittadini è stato suggerito di non lavarsi con l’acqua corrente se hanno patologie epidermiche, non lavarsi i denti, non cucinare con l’acqua corrente, dalle ultime analisi risulterebbe che anche il pane sia contaminato dall’arsenico.
Il Codacons ha avviato due iniziative. Ha chiesto la chiusura degli esercizi commerciali che lavorano con acqua corrente. Ma siccome non sono certo i commercianti la causa di questo disastro il Codacons ha avviato una richiesta di risarcimento per i commercianti al Ministero fino a un milione di euro.
L’arsenico è stato dichiarato cancerogeno dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità.
Il Ministro della Salute Renato Balduzzi si sta preoccupando dell’emergenza e ha dichiarato:”E’ una vera emergenza, per la cui soluzione non si può più aspettare”. Balduzzi ha anche sentito oggi al telefono il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti e ha dichiarato: ”Finalmente si vede un interessamento reale della Regione”.
Le analisi sono state condotte su campioni di unghie e urine di 269 soggetti sani (da 1 a 88 anni di età) residenti nelle aree a rischio. Nei paesi in provincia di Viterbo sono stati riscontrati, nei campioni di unghie, 200 nanogrammi per grammo di arsenico. Invece nel gruppo di controllo il valore era di 82 nanogrammi.
Oltre al pane si teme che l’arsenico possa risalire la catena alimentare anche attraverso gli ortaggi che verranno pertanto analizzati.
Si parla tanto di arsenico nell’acqua ma non chiarite mai quale e’il valore minimo accettabile. Attendo un cortese riscontro grazie. Peri dal comune di Nepi