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Bibite zuccherate: una tassa sarebbe efficace per combattere l’obesità

Una tassa potrebbe far diminuire il consumo di bibite zuccherate soprattutto nei grandi consumatori

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 18.06.2014

Come più volte dimostrato dalla ricerca le bibite zuccherate sono fra le cause principali dell’obesità anche nei bambini. Uno studio condotto dai ricercatori della Monash University, dell’Imperial College di Londra e dalle università di York e Lancaster ha dimostrato che tassare le bibite zuccherate potrebbe essere efficace per combattere l’obesità e con esse l’insorgenza di numerose malattie croniche.

Putroppo non basta dire che fa male. A volte per toglierci un vizio o imparare la moderazione servono i metodi forti, così come hanno dimostrato i paesi statunitensi in cui le bibite zuccherate sono già state vietate nei grandi formati o hanno subito una tassazione. Oggi una ricerca dimostra che una tassa sulle bibite zuccherate potrebbe diminuirne in maniera importante il consumo, facendo perdere fino a 3,64 chilogrammi ai grandi consumatori. La ricerca fa anche una distinzione fra la tassazione sulla singola bibita, oppure la tassazione sulla quantità di bevanda: la seconda risulterebbe più efficace.

bibite

Secondo l’autore principale, il dott. Anurag Sharma, del Centre for Health Economics della Monash University, una simile tassa potrebbe avere importanti implicazioni politiche e sociali.

“Molti esperti di nutrizione pensano che il consumo di bevande zuccherate può essere il driver più grande della epidemia di obesità”, ha detto il dottor Sharma.

“Le imposte sui cibi nocivi sono interessanti perché non solo generano entrate fiscali che possono essere utilizzati per la sanità pubblica, ma promettono anche benefici per la salute degli individui.”

Attualmente alcuni Paesi negli Stati Uniti tassano le bevande zuccherato a 3,65 per cento. Ma secondo i ricercatori non sarebbe sufficiente: per ridurre i consumi sarebbe necessaria una tassa più consistente.
Infatti i ricercatori hanno confrontato gli effetti di una imposta sulle vendite del 20 per cento e un’imposta di 20 centesimi al litro, valutando l’impatto su tutte le fasce di reddito.

Una imposta sulle vendite del 20 per cento aumenterebbe i costi annui per persona più o meno dai 15 ai 17 dollari, ma creerebbe una perdita di 1 o 2 chili nei consumatori più pesanti.

“In termini assoluti, la differenza di imposta nel corso di un anno può essere considerata trascurabile, ma la variazione di peso potrebbe essere significativa, rendendo questi cambiamenti molto convenienti”, ha detto il dottor Sharma.

L’effetto sarebbe ancora più evidente se fosse applicata una tassa di 20 centesimi al litro. L’onere fiscale resterebbe basso, ma potrebbe portare a riduzioni di peso fino a 3,64 kg fra i grandi consumatori di bevande zuccherate nelle fasce di medio reddito. L’effetto maggiore è dovuto al fatto che, essendo la tassa basata sulla quantità, le grandi porzioni, in termini di bicchieri e bottiglie, subirebbero una tassazione maggiore. Anche le promozioni sui multipack non potrebbero più essere rappresentate sul mercato o comunque subirebbero un’impennata dei prezzi.

Recentemente anche l’OMS ha individuato la tassazione come unica via d’uscita contro il vizio del fumo chiedendo, in occasione della Giornata mondiale contro il fumo, una tassazione del 50%.

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