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Coldiretti denuncia: crolla consumo di frutta del 22% in 10 anni

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 24.07.2011

PescaGli esperti avvertono già da tempo che le famiglie italiane stanno perdendo le buone abitudini della dieta mediterranea. Ora la Coldiretti lancia l’allarme sul consumo di frutta, che è diminuito del 22% in dieci anni, passando da 450 a 350 kg all’anno per famiglia.

Il dato – si legge nel comunicato stampa della Coldiretti – è estremamente allarmante. E come segno di protesta contro le speculazioni sui prezzi ha distribuito gratuitamente diecimila chili di ottime pesche italiane ai poveri.

E’ ben noto infatti che i contadini guadagnano pochi centesimi di euro da un chilo di pesche ora di stagione (o di qualunque altro tipo di frutta), ma queste vengono rivendute nei supermercati a vari euro al chilo. Con questo gesto gli agricoltori della Coldiretti hanno voluto far conoscere il valore di prodotti ai quali tantissime persone devono rinunciare per i proibitivi prezzi al dettaglio mentre è crisi profonda nei campi.

Secondo l’ultima indagine dell’Antitrust sul settore ortofrutticolo i prezzi mediamente triplicano (+ 200 per cento) dal campo alla tavola, ma possono anche quadruplicare (+ 294 per cento). La colpa è della cosiddetta “filiera lunga”, cioè la presenza di 3 o 4 intermediari tra il produttore e il distributore finale. L’ampia forbice dei prezzi tra produzione e consumo dimostra – conclude la Coldiretti – che c’è spazio da recuperare per garantire redditi soddisfacenti per le imprese agricole ed acquisti convenienti per i consumatori.

Il calo dei consumi è continuato anche nel 2011 con una diminuzione del 9 per cento nel primo trimestre, dopo che nel 2010 le famiglie italiane hanno acquistato 8,3 milioni di tonnellate di ortofrutta per una spesa complessiva di 13 miliardi, di cui circa 4,5 milioni di tonnellate gli acquisti di frutta e 3,8 milioni di tonnellate quelli degli ortaggi.

Il calo di quest’anno va anche attribuito al caso dell’E. Coli, il cosiddetto batterio killer, che ha limitato il consumo per la paura di incorrere in un’infezione.

In ogni caso, il fenomeno va inquadrato in una tendenza più generale che tende a mutare le abitudini a tavola delle famiglie, spesso di fronte all’assurdità di dover pagare per frutta e verdura prezzi simili a quelli della carne di maiale d’importazione o del pollo precotto.

Il risultato è l’aumento dell’obesità e delle malattie legate al colesterolo, tipiche un tempo delle regioni del Nord Europa ma sempre più presenti alle nostre latitudini.

La scomparsa del frutteto italiano – continua la Coldiretti – ha effetti economici, ambientali, paesaggistici ed anche per la salute perché rischia di privare i consumatori della freschezza di prodotti indispensabili per la salute raccolti vicino a casa.

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  • elaisa scrive:

    Buongiorno, io sono convinta che la gente mangia meno frutta anche perchè la frutta venduta al supermercato ormai ha perso di qualità, non è saporita, probabilmente viene colta acerba e matuta nel frigo. Se i supermercati vendessero frutta prodotta esclusivamente nella zona e categoricamente biologica, le vendite aumenterebbero. Avete mai mangiato per esempio la frutta che mangiano i bambini a mensa? Terribile !

  • Renato scrive:

    La coldiretti e poco imprenditori italiani piangono ma fanno poco per reagire alla concorrenza.
    Sono a Kiev e qui la produzione italiana e’ quasi assente,si trovano prodotti da Turchia, di terza categoria con prezzi di prima,dall’Olanda buoni prodotti a volte spacciati per italiani.
    Insalata Fino fresco o Veneta 18 euro al kg e vendono
    Mancano prodotti di prima qualita,invece di piangere datevi da fare e questo vale per tantissimi prodotti italiani e no!
    Pessimo prosciutto crudo spagnolo spacciato per italiano firma ‘Nasc Produkt’50 euro al kg
    Piangete piangete
    PS penso sia piu vantaggioso non appoggiarsi all’ICE
    Istituto Commercio Estero

  • TreSeiNoive scrive:

    Dite ai coltivatori italiani di organizzarsi e mandare un aereo con la loro buonissima frutta qui in Giappone, qui la frutta e’ carissima e non cosi buona!

  • mario scrive:

    In risposta a gina, dalle mie parti(romagna)ci sono molti produttori che vendono direttamente il loro prodotto, ma i prezzi sono come quelli che si trovano sulla piazza, l’unica differenza sta nel fatto che il prodotto è nettamente migliore, più dolce e saporito.

  • mario scrive:

    E’ plausibile che ci sia un calo nel consumo di frutta, quando il prodotto ai coltivatori viene pagato pochi spiccioli,(e i consumatori lo sanno)e sulla piazza (negozi, mercati e supermercati) viene rivenduto a dei prezzi esorbitanti, la gente smette di comperare.
    Poi c’è anche i fatto che il prodotto viene raccolto ancora verde, e consumare un prodotto così, è come bere un bicchiere d’ acqua, vale a dire che è un prodotto vuoto, cioè senza vitamine e minerali.

  • gina scrive:

    in risposta a mario guidi: ma siamo impazziti un’altra figura per aumetare le bocche che mangiano a tradimento sulle spalle dei coltivatori? dobbiamo standardizzare la produzione? alla faccia della biodiversità tanto eloggiata e ricercata per fare del prodotto italiano la boutic dell’europa e del resto del mondo, non sara’ un’altra mossa per mettere definitamente al tappeto l’agricoltura italiana? dobbiamo organizzarci e vendere direttamente dalle aziende baipassando i ladri delle catene commerciali che guadagnono sulle spalle dei produttori e se vanno falliti ricevono i soldi dallo stato distruggendo el piccole imprse di commercio familiare. un appello ai consumatori, rpeferite acquistare in azineda, dove i prodotti non hanno subito procedure di sofisticazione, ci guadagnerete in salute e nel portafoglio! così auiterete le persione come voi e non i magnacci(non i magnati) del commercilo!

  • francesco scrive:

    poca sorveglianza agli intermediari la frutta la pagano pochi centessimi dai coltivatori e la rivendono triplicando il prezzo,e il consumatore si difende non comprando la frutta o verdura a prezzi essorbitanti.