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Dieta con grassi e zuccheri nella prima infanzia abbassa quoziente intellettivo

Scritto da Chiara Pane il 08.02.2011
Junk food e in generale cibi prodotti con processi industriali complessi sono ricchi di grassi saturi, idrogenati e trans

Junk food e in generale cibi prodotti con processi industriali complessi sono ricchi di grassi saturi, idrogenati e trans

Una ricerca pubblicata online dal Journal of Epidemiology and Community Health evidenzia come una dieta ricca di grassi, zuccheri e cibi precotti nell’infanzia possa essere la causa di un abbassamento del QI (quoziente intellettivo), mentre una dieta ricca di vitamine e alimenti nutrienti può, al contrario, far innalzare il QI.

Gli autori hanno usato i dati di un precedente studio della Avon Longitudinal Study Parents and Children (ALSPAC), cioè il monitoraggio, nel lungo periodo, della salute e del benessere dei circa 14.000 bambini nati fra il 1991 e il 1992.

I genitori hanno compilato dei questionari esponendo dettagliatamente i tipi di cibi e bevande ingeriti e la frequenza del consumo da parte dei loro figli alle età di 3, 4, 7 e 8 anni.

Sono stati identificati tre diversi modelli dietetici: “cibi processati” ad alto contenuto di grassi e di zuccheri; “cibi tradizionali” ad alto contenuto di carne e verdura; “attenti alla salute”, che associava un alto consumo di insalata, frutta e verdura al consumo di riso e pasta. Per ogni bambino sono stati calcolati i punteggi per ognuno dei tre modelli.

Il quoziente intellettivo è stato misurato grazie all’uso di un valido test, il Wechsler Intelligence Scale for Children, somministrato ai bambini di 8 anni e mezzo. In tutto, i dati completi erano disponibili per poco meno di 4.000 bambini.

I risultati hanno mostrato, che, dopo aver tenuto conto dei possibili fattori che potevano influenzare lo studio, una dieta prevalentemente basata su cibi processati all’età di 3 anni era associata ad un più basso quoziente intellettivo all’età di 8 anni e mezzo, a prescindere dal fatto che tale modello di dieta venisse cambiato successivamente dopo tale età. Si è anche osservata una corrispondenza inversa: ogni aumento di 1 punto nel punteggio del modello alimentare (ossia maggiori cibi processati, grassi e zuccheri presenti nella dieta) corrispondeva ad una diminuzione di 1,67 del quoziente intellettivo.

Di contro, una dieta sana è stata associata ad un più alto quoziente intellettivo all’età di 8 anni e mezzo, con un aumento di 1,2 del QI per ogni aumento di 1 punto nel modello alimentare. Le abitudini alimentari nell’età compresa tra 4 e 7 anni non hanno avuto alcun impatto sul QI.

Gli autori affermano che tali studi, sebbene modesti, sono in linea con la precedente ricerca dell’ ALSPAC, che mostrava l’esistenza di una relazione fra la dieta della prima infanzia, i successivi comportamenti e le performance scolastiche.

Gli autori affermano: “Ciò indica che alcuni effetti sulle abitudini cognitive e sui comportamenti influenzati dalla dieta nella prima infanzia possono persistere anche nella tarda infanzia, nonostante i mutamenti successivi (compresi i miglioramenti) della dieta alimentare”.

“Il cervello si sviluppa più velocemente durante i primi tre anni di vita”, affermano gli autori per fornire una possibile spiegazione dei risultati, aggiungendo che altre ricerche hanno indicato che la crescita del cervello in questo particolare periodo è legata alle capacità intellettuali.

Facendo riferimento anche ad ulteriori ricerche intese a determinare l’entità dell’effetto che la dieta della prima infanzia ha sull’intelligenza, gli autori suggeriscono: “è probabile che una buona alimentazione in questo periodo possa ‘incoraggiare’ lo sviluppo ottimale del cervello”.

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  • SERAFINO scrive:

    MA COME, SI ERA SEMPRE SENTITO DIRE CHE IL COLESTEROLO E’ UN ELEMENTO ESSENZXIALE DEL TESSUTO CEREBRALE… !!!!!! COME PURE LO ZUCCHERO E’ UN ELEMENTO MOLTO IMPORTANTE PER LO STESSO TESSUTO E ACHE ANZI LA CARENZA DI TALI ALIMENTI PORTA A PROBLEMI COGNITIVI. A MENO CHE NON VI SONO ULTIME RICERCHE CHE SMENTISCONO LE PRECEDENTI, COME E’ SEMPRE STATO NEL GENERE UMANO, ALLORA A CHE COSA SERVE SE SAPPIAMO CHE OGNI COSA E’ DESTINATA AD ESSERE CONFUTATA…. MEGLIO QUELLI CHE VIVONO SENZA ANSIE E ALLA GIORNATA… !!!! E CHE NE RIDONO DI TUTTE QUESTE ELUGUBRAZIONI DI SMENTITE E CONTROSMENTITE, DICENDO “MENO MALE CHE IO FACCIO A MODO IO E MI TROVO BENISSIMO” FACENDO ANCHE DEGLI ERRORI, MA PARE CHE LA SCIENZA DI FACCIA PIU’ DI ME DI ERRORI.
    E’ VERO CHE E’ UTILE L’ATTEGGIAMENTO DI CHI AMMETTE CHE PUO’ SEMPRE SBAGLIARE, CHE E’ SEMPRE MEGLIO DI QUELLO CHE AFFERMA DI AVERE PER FORZA RAGIONE PRIMA DI INIZIARE UN DIBATTITO, MA ALLORA LA SCIENZA UMILMENTE AMMETTESSE CHE LA PARTE IRRAZIONALE DELL’UMANITA’ L’HA SEMPRE FATTA DA PADRONE E CONTINUERA’ A FARLO….. E’ JUNGH CHE DETTA LEGGE E HA AFFERMATO “CHE TUTTO SI GIOCA NELL’INCONSCIO”, QUELLO E’ IL TIPO DI INTELLIGENZA UTILE, !!!! QUELLA DELL’INONSCIO, CHE NON CI FA STARE MALE O BENE, A PARTE IL Q.I. CHE ABBIAMO…… PERCHE’ POI IN FONDO A PARTE IL Q.I. CHE CI VIENE RISCONTRATO, DA UNA SOCIETA’ CHE TENDE AL PROFITTO SULLE ATTIVITA DELL’UOMO,…. COME LA METTIANO CON LE EMOZIONI.. !!!!