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Lav offre ricette vegetariane per pranzi e cene durante le festività

"Ogni anno nei piatti degli italiani finiscono milioni di agnelli e capretti: più di 5,5 milioni gli ovicaprini macellati nel 2011, il 30,5% dei quali nel mese di dicembre

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 15.12.2012

Il consumo di carne durante le feste aumenta esponenzialmente, a causa della preparazione di piatti tipici che richiedono spesso ingredienti di origine animale. Per questo Natale, la Lav, Lega Anti Vivisezione, propone un menù vegetariano per salvare parte dei milioni di animali macellati e come idea per risparmiare in tempi di crisi (sul sito cambiamenu.it).

Agnello

Si tratta di “un invito pensare ai nostri pranzi e alle nostre cene in modo davvero responsabile, anche durante le Feste – dichiara Paola Segurini, responsabile vegetarismo LAV –  senza lasciarci condizionare da quegli eccessi culinari a base di carne e pesce, tipici delle festività. Una scelta a tutto beneficio della salute del Pianeta, nostra, e degli animali che avremo contribuito a non uccidere”.

Ogni anno, infatti, nei piatti degli italiani finiscono milioni di agnelli e capretti: più di 5,5 milioni gli ovicaprini macellati nel 2011, il 30,5% dei quali nel mese di dicembre. L’88,2% di quelli macellati a dicembre 2011 erano agnelli, a conferma del triste primato del consumo di carne di questi piccoli animali nel periodo natalizio (elaborazione LAV su dati Istat).

La produzione di carne a livello industriale è inoltre responsabile di un consumo di risorse non indifferente, come acqua e combustibili fossili, per non parlare delle emissioni di gas ad effetto serra (CO2 e metano).

Ma quest’anno, complice forse la crisi, c’è un notevole calo di consumi. Rispetto a dicembre 2011 infatti, si rileva una flessione dell’11,6% di ovicaprini macellati (-7,3% di agnelli), che su base annua corrisponde al 7,9% in meno tra il 2011 e il 2010 (dati Istat).

Secondo l’Istituto di ricerche economiche per la pesca e l’acquacoltura (Irepa), invece, nel 2011 in Italia sono state consumate 1 milione e 197mila tonnellate di pesce, 19,7 kg pro capite, il 79,9% delle quali importate dall’estero (elaborazione LAV su dati Irepa), con scarsa qualità e senza tracciabilità del prodotto.

“Questi dati non lasciano dubbi sull’alta probabilità che hanno i consumatori di portare in tavola,  pensando di seguire una tradizione nazionale, pesce proveniente dall’estero, – continua Paola Segurini – Il vero rispetto della tradizione deve essere al contrario un richiamo alla semplicità dei prodotti della terra e alla considerazione di tutti i viventi, senza lasciarsi condizionare da discutibili scelte consumistiche, che possono creare problemi alla nostra salute e ai bilanci familiari. Legumi, cereali, frutta e verdura di stagione sono la ricetta giusta per ogni festa e per tutte le tasche, ma anche una cura preventiva per la nostra salute e una scelta empatica con il Pianeta che ci ospita”.

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