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Quantità moderate di alcool fanno bene al cervello

Scritto da Leonardo Debbia il 11.02.2018

 

Saranno centinaia i proverbi che hanno come argomento il buon succo d’uva che da migliaia di anni accompagna abitudini, usi, costumi, riti e banchetti dell’umanità, un pò ovunque, nel mondo.

Il vino fa buon sangue, diceva uno di quei vecchi adagi. Chi lo coniò, non sapeva certo quanto quel detto fosse veritiero!

Una recente ricerca dimostra infatti che il vino può avere anche un effetto terapeutico.

O meglio, preventivo! Può ‘pulire la mente’!

Secondo il nuovo studio, apparso sulla rivista Scientific Report, il consumo di bassi livelli di alcool riduce l’infiammazione e aiuta il cervello ad eliminare le tossine, comprese quelle associate alla malattia di Alzheimer.

Vino-rosso

“L’assunzionne prolungata di una quantità eccessiva di etanolo può avere effetti negativi sul sistema nervoso centrale”, afferma Maiken Nedergaard, co-direttrice del Center for Translation Neuromedicine presso l’Università di Rochester, New York, autrice principale dello studio in questione. “Tuttavia, con questo studio” – continua Nedergaard – “abbiamo dimostrato per la prima volta che basse dosi di alcool sono potenzialmente utili per la salute del cervello, in particolare per migliorare la sua capacità di rimuovere le scorie, i rifiuti”.

La scoperta va ad aggiungersi ad un numero crescente di ricerche che mirano ad individuare i benefici per la salute derivanti dal consumo di basse dosi di alcool.

Mentre, infatti, il consumo eccessivo è un rischio ben documentato, molti studi hanno collegato modesti consumi di alcolici ad una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e persino di un certo numero di tumori.

La ricerca di Nedergaaard si è concentrata sul sistema glicinfatico, l’esclusivo processo di ‘pulizia del cervello’, proprio dei mammiferi, cui la scienziata stessa aveva dato il nome nel 2012, quando ne fu scoperta l’esistenza da parte del dottor Antoine Loveau, dell’Università della Virginia (USA).

I ricercatori hanno dimostrato come il liquido spinale cerebrale (CSF) viene immesso nel tessuto cerebrale e scarica i rifiuti, comprese le proteine beta amiloide e tau, che sono associate con la malattia di Alzheimer e altre forme di demenza.

Successive ricerche hanno dimostrato che il sistema glicinfatico è più attivo durante il sonno, può essere danneggiato da ictus e da traumi e migliora la sua attività con l’esercizio.

Il nuovo studio condotto sui topi ha esaminato ora l’impatto dell’assunzione sia occasionale che continua di alcool.

Studiando il cervello di animali cui erano stati somministrati alti livelli di alcool per un lungo periodo di tempo, i ricercatori hanno trovato alti livelli di un marcatore molecolare dell’infiammazione, in particolare nelle cellule chiamate astrociti, che sono i regolatori chiave del sistema glicinfatico, notando nel contempo anche una compromissione delle capacità cognitive e motorie dell’animale.

Gli animali sottoposti ad assumere modeste razioni di alcool per due volte al giorno, mostravano effettivamente una minore infiammazione del cervello e il loro sistema glicinfatico era più efficiente nel trasportare il CSF attraverso il cervello e nel rimuovere gli scarti, rispetto ai topi di confronto cui non era stato somministrato alcool.

Le prestazioni dei topi nei test cognitivi e motori erano invece identiche, ‘bevitori’ e non.

“I dati sugli effetti dell’alcool sul sistema glicinfatico dimostrano che le bassi dosi di alcool sono benefiche, mentre il consumo eccessivo è dannoso per la salute in generale”, avverte Nedergaard. “I risultati dello studio hanno dimostrato che la bassa, moderata assunzione di alcool è associata ad un minor rischio di demenza, mentre bere smodatamente per molti anni aumenta il rischio di declino cognitivo. In conclusione, basse dosi di alcool sembra che migliorino la salute generale del cervello”.

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