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Rapporto Legambiente sui pesticidi: i dati regione per regione

Rapporto Legambiente sui pesticidi: i dati regione per regione

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 31.10.2012

Anche quest’anno Legambiente ha prodotto il report sui pesticidi in Italia. Mentre resta basso il contenuto di singoli pesticidi, è ancora alto il numero dei campioni in cui sono presenti più sostanze.

I pesticidi servono in agricoltura per difendere le piante dai parassiti. Ma non se ne può fare di certo un uso sregolato. Infatti i pesticidi, di origine chimica, hanno effetti dannosi sull’organismo laddove utilizzati in quantità eccessive.

L’Europa, a questo proposito, si è dotata di norme specifiche e la ricerca è portata avanti principalmente dall’EFSA. Secondo Legambiente però, ” La strada da percorrere per raggiungere un uso sostenibile dei pesticidi è ancora molto lunga”.

Infatti “nonostante gli sforzi tesi a una riduzione dell’uso della chimica di sintesi in agricoltura,infatti, la  quantità di residui di pesticidi rilevati nei campioni di ortofrutta e derivati – analizzati dai laboratori  pubblici italiani delle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA) – risulta elevata. Tra i diversi residui anche quest’anno risultato il Captano, Clorphyrifos, Boscalid, Fosmet,  Dimetoato, Diazinone.

Secondo Legambiente infatti “la normativa, almeno per il momento, non si esprime rispetto al cosiddetto multi residuo cioè, al  quantitativo di residui che si possono ritrovare negli alimenti e la definizione stessa dei limiti di massimo residuo (LMR) si basa solo sui singoli residui.”

Non ci sono comunque grossi cambiamenti fra l’anno scorso e quest’anno. La percentuale di campioni ortofrutticoli irregolari resta ferma allo 0,6% e quella dei campioni con un solo residuo al 18,3%. I campioni multiresiduo diminuiscono solo di un punto percentuale, portandosi al 17,1% (18,5% nel 2011), a favore di un aumento di campioni regolari senza residui che arrivano al 64% (62,9% del 2011).

Il multi residuo secondo l’associazione , si trova soprattutto nella frtutta: il 52,4% delle pere è regolare, ma con più di un residuo chimico, come pure il 44,7% dell’uva, il 43,3% delle mele o il 42% delle fragole.

Secondo Legambiente ci sarebbe poi un aumento dei campioni considerati in regola, ma che presentano diverse  sostanze chimiche attive e i cui effetti sinergici sulla salute dell’uomo e sull’ambiente andrebbero adeguatamente verificati attraverso opportuni studi scientifici.

Ecco di seguito i dati regione per regione.

Casi particolarmente evidenti di questo fenomeno si sono riscontrati in diverse regioni e spesso riguardano la stessa tipologia di campioni. È il caso della Provincia di Bolzano dove il 65% dei  campioni di mele sono multi residuo. Un campione di mele locale è regolare ma con sei residui  chimici diversi (Boscalid, Captano, Clorphyrifos, Irodione, Clorantraniliprolo) e altri 6 campioni  di mele locali sono regolari ma ciascuno con 4 residui chimici.

Su 22 vini analizzati, 13 sono multi residuo e, di questi, 2 vini hanno rispettivamente 8 residui  chimici diversi, altri 2 vini ne hanno 6 e ancora 3 con 5. Nella frutta, si segnalano 3 campioni di  uva con 9 residui chimici attivi contemporaneamente. Tra i principi attivi più diffusi si ritrovano  il Captano, Boscalid e Dodina.

Oltre il 96% dei campioni di vini analizzati dai laboratori pubblici in Friuli Venezia Giulia sono  multi residuo. Un campione di vino presenta fino a 7 residui chimici diversi (Boscalid,  Cyprodinil, Azoxistrobin, Dimethomorph, Iprovalicarb, Metalaxil, Procimidone), 2 campioni con 6  residui chimici diversi e altri 5 con altrettanti residui chimici rispettivamente. L’83,3% dei campioni di mele sono multi residuo e più frequentemente si ritrovano i residui  di Boscalid, Clorphyrifos (insetticida volatile), Captano ed Etofenprox (insetticida); nel 95% degli  agrumi invece si trovano tracce di Clorphyrifos (insetticida), Fenexamid (fungicida), mentre  Imazalil (fungicida) è risultato poco frequente ma in quantità abbondanti.

Casi analoghi si riscontrano nei risultati analitici prodotti dai laboratori piemontesi, dove in un  campione di arance sono state rintracciate fino a 5 residui chimici (Clorphyrifos, Difelinnamina,  Fenexamide, Ortofenilfenolo, Tebuconazolo), un campione di finocchi con 4 residui (Ciprodinil,  Fenexamide, Fludioxonil, Metalaxil), un campione di fragole con 6 residui chimici (Boscalid,  Bupirimate, Cyprodinil, Fludioxonil, Iprodione, Pirimetanil), un campione di pere con 5 residui  chimici (Carbendazim, Azoxistrobina, Fludioxonil, Iprodione, Cyprodinil), 2 campioni di uva  rispettivamente con 4 e 6 residui (Clorphyrifos, Cyprodinil, Metalaxil, Penconazolo, Pirimetamil,  Trifloxystrobina), un vino con 5 residui chimici (Boscalid, Cyprodinil, Fenexamide, Fludioxonil,  Lambdacialotrina).

Nella vicina Liguria le sostanze attive più frequentemente rintracciate sono  Boscalid, Imazalil (negli agrumi) e Clorpirifos-etile.

In Emilia Romagna le irregolarità si sono riscontrate in pere, pesche, fragole, ciliegie, prugne,  susine e melagrane, mentre albicocche e ciliegie sono i campioni in cui sono state riscontrate più di  cinque sostanze attive diverse. Di queste però non è possibile risalire all’origine, pertanto potrebbe  trattarsi anche di campioni presenti sul mercato ma provenienti da altri Paesi extra Ue. In generale, le irregolarità sono dovute principalmente al superamento dei limiti massimi di residuo (LMR) delle sostanze attive ammesse per legge.

È questo il caso della Calabria in cui si riscontrano  limiti superiori alla legge in un campione di peperoncino contenente Myclobutanil e Piridaben e in  un campione di pesche con Dimetoato.

Invece, in Veneto, in campioni di fragole, aneto, pisellini  primavera e Okra sono stati rintracciati residui di sostanze chimiche non più autorizzate in Italia per  queste colture (Oxamil, Flusilazolo, Monocrotofos, Boscalid). Tra le sostanze attive più frequentemente riscontrate nei campioni regolari multi residuo:  Boscalid, Captano, Clorphyrifos, Fenaximide, Fludioxonil, Triadimenol, Fosmet, Penconazolo, Metalaxil.

Dal punto di vista metodologico,  anche quest’anno mancano all’appello i dati di Abruzzo e Molise che non ci hanno fornito i dati. Mentre i dati della Sicilia essendo stati aggregati in modo diverso rispetto alla matrice utilizzata e  non riuscendo a distinguere tra campioni regolari con un residuo e quelli con più di un residuo, non  sono stati conteggiati nella tabella finale.

Gli uffici regionali non sempre forniscono informazioni complete su provenienza dei campioni e principi attivi che sono stati rintracciati nei campioni. In generale però laddove queste informazioni vengono fornite e sono analizzati anche un buon numero di campioni, più frequenti risultano le criticità.

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