Provocatoria la risposta della Coldiretti, per messo di un comunicato stampa, alla proposta del Governo di tassare le bibite gassate che contengono zucchero.
“Per migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione nelle giovani generazioni – si legge nel comunicato – occorre aumentare la quantità di frutta nelle bibite che oggi per legge contengono appena il 12 per cento di vero succo.”
E’ quanto afferma la Coldiretti riferendosi ad esempio alle bevande al gusto di frutta, che possono contenere una quantità di frutta molto bassa pur mantenendo la denominazione, come ad esempio l’aranciata.
L’appello arriva in seguito all’ipotesi di una tassa di scopo su bibite gassate allo studio del Governo per rifinanziare l’attuazione del piano per la non autosufficienza per un importo di 250 milioni di euro l’anno.
La proposta del Ministro Balduzzi, contenuta nell’articolo 11 della proposta di legge, prevede infatti “per tre anni un contributo straordinario a carico dei produttori di bevande analcoliche con zuccheri aggiunti e con edulcoranti, in ragione di 7,16 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato”. Un contributo analogo, ma molto maggiore (50 euro ogni 100 litri), è previsto per i produttori di superalcolici.
Secondo la Coldiretti, occorrerebbe modificare la legge nazionale n. 286 del 1961, per la quale le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse – sottolinea la Coldiretti – contengano appena il 12 per cento di succo di agrumi.
“Ogni punto percentuale di succo di arancia in più oltre al 12 per cento corrisponderebbe – spiega la Coldiretti – all’utilizzo di 25 milioni di chili in più di arance, pari a circa 560 ettari di agrumeto.”
Gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie italiane sono stati nell’ultimo anno pari a circa 347 chili, con un calo di oltre 100 chili (-22 per cento) rispetto a dieci anni fa.
“La riduzione nei consumi – conclude la Coldiretti – riguarda soprattutto le giovani generazioni con il 23 per cento dei genitori che – secondo i dati del progetto ‘Okkio alla salute’ – dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura.