L’allarme arriva da uno studio dell’Eses che rivela una vera e propria emergenza in Italia: l’abusivismo professionale nella categoria dei dentisti. Sono infatti stimati circa 10mila falsi odontoiatri in Italia dalla ricerca.
“Ma siamo certi che a curare le nostre carie, o ad applicare gli apparecchi ortodontici ai nostri figli siano sempre e solo Odontoiatri con tutti i titoli in regola?” è la domanda retorica della federazione nazionale degli odontoiatri (FNOMCeO).
La risposta sembra essere negativa in molti, troppi casi. Si tratta di un enorme danno sia per la nostra salute, visto che un falso dentista difficilmente potrà curare arrpopriatamente una patologia, ma anche un forte danno per lo stato, ricorda la FNOMCeO . Si tratta infatti a 75 milioni di euro la perdita per le casse dello Stato se si considerano solo esclusivamente dei mancati incassi Irpef.
I dati emergono dallo Studio svolto dall’Eures – l’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali – in collaborazione con la Commissione Albo Odontoiatri e con l’egida di tutto il Comitato Centrale della FNOMCeO che, per la prima, volta ha dato “numeri certi” sull’abusivismo medico e odontoiatrico nel nostro Paese e a livello europeo.
“Sono cifre da punto esclamativo, che gridano ancor più vendetta in un contesto di crisi che pare senza fine e nel quale lo Stato annaspa nella ricerca di nuove entrate, per rispondere a bisogni sociali non più dilazionabili”, commenta presidente nazionale della Commissione Albo Odontoiatri (Cao), Giuseppe Renzo.
E l’abusivismo si riflette sulle prospettive dei giovani odontoiatri. “La situazione sta diventando drammatica – conferma Renzo –. Siamo abituati a pensare a quella odontoiatrica come a una professione subito remunerativa e con sbocchi sicuri. In realtà, il tasso di disoccupazione è almeno del 20%. I giovani non trovano lavoro se non dopo tre anni (per aprire un proprio studio ne occorrono da sei a dieci), finendo facile preda di strutture di dubbia certificazione che li sottopagano e li sottopongono a ritmi di lavoro massacranti”.
“Secondo la nostra indagine – aggiunge Fabio Piacenti, Presidente dell’Eures – proprio queste strutture, nelle quali è più difficile per il paziente riconoscere la figura professionale addetta alla cura odontoiatrica, costituirebbero le nuove incubatrici di abusivismo e prestanomismo, andando gradualmente a sostituire gli studi, più o meno nascosti, gestiti da falsi dentisti che si spacciano per laureati”.
Tra le altre cause di abusivismo, il traffico di lauree false o il riconoscimento di titoli conseguiti all’estero, pur in assenza di garanzie sulla qualità formativa, accanto a un atteggiamento scarsamente collaborativo dei cittadini nel denunciare gli abusivi e soprattutto a un quadro sanzionatorio del tutto inadeguato a disincentivare i comportamenti illegali.
L’abusivo esercizio di una professione, infatti, disciplinato dall’articolo 348 del Codice Penale, è oggi punito con una multa irrisoria che va da 103 a 516 euro o con la reclusione sino a sei mesi.
“Ci auguriamo che questa ricerca possa sensibilizzare i cittadini a smascherare i casi di abusivismo – auspica Renzo – anche perché le prime vittime sono i pazienti stessi. L’abusivismo, infatti, porta con sé il pericolo di danni importanti al cavo orale e a tutto l’organismo, oltre a favorire la diffusione di agenti patogeni anche gravi, quali il virus dell’epatite B e C e dell’Hiv”.
Quello che preoccupa di più, non è certo la salute dei cittadini ma la perdita di soldi dello Stato
Nel 2010 mi sono rivolto ad un medico denista per il rifacimento di quattro ponti in sostituzioni dei nprecedenti usurati. Dopo un anno di varie cure, radiografie, impronte e prove, mi sono stati applicati i quattro ponti. Subito ho avvertito l’impossibilità di masticazione dalla parte sx per la mancanza della base di sostegno (l’osso) e di queto avevo avvisato. Poi, dopo tre mesi, mi usciva del pus dalle gengive. Mi sono rivolto ad alro medico il quale mi ha tolto due poti, mi ha curato il tuto per risanare l’osso infetto, mi ha tolto i denti sotto a sx e mi ha fatto un impianto nuovo. Spesa: circa 5.000 € dal prmo e 6.000 € dal secondo. Mi è sorto il dubbio che il primo non sapesse leggere le radiografie e quindi non fosse un medico regolarmente laureato.
Tutto questo è assolutamente idecente e inaccettabile se a questi si aggiungono i “praticanti” cinesi e di altre nazioni siamo in un girone “infernale”. Visto i numeri di cui parliamo la domanda serge spontanea: Perchè Finanza e NAS non iniziano a fare indagini e controlli a tappeto “porta a porta” per verificare strutture e personale?. Chi deve intervenire?….il “barbiere di turno”?. Saluti.