In che modo l’ambiente ospedaliero influenza la nostra riabilitazione? Una nuova ricerca dell’Università di Goteborg, in Svezia, sul modo in cui lo spazio intorno a noi influenza il cervello rivela che un’ architettura ben pianificata e il design possono aumentare la capacità di aumentare la stimolazione sensoriale dei pazienti e di recuperare sia fisicamente che mentalmente.
In un progetto di ricerca interdisciplinare, Kristina Sahlqvist ha svolto la sua ricerca nell’ambito del recupero del cervello per esaminare come gli ospedali possono creare ambienti migliori per la riabilitazione.
“Vogliamo aiutare i pazienti a farsi coinvolgere nella loro riabilitazione, un effetto collaterale che può essere un miglioramento della fiducia in se stessi”, dice Sahlqvist, architetto d’interni e ricercatore presso la Gothenburg’s School of Design and Crafts (HDK).
Il progetto si è focalizzato su tutte le competenze utilizzate in un reparto, con il contributo di neurologi, medici di riabilitazione, infermieri, psicologi, terapisti occupazionali e fisioterapisti. Il risultato è una soluzione concettuale per un reparto di riabilitazione ottimale.
“Il nostro concept dà al reparto un cuore spaziale, per esempio, dove i pazienti e le loro famiglie possono preparare il cibo e mangiare insieme, il che dà accesso a un modo più normale di stare insieme in un ambiente ospedaliero”, dice Sahlqvist.
Contemporaneamente al suo lavoro di ricerca, ha collaborato con un designer e ricercatore presso la Swedish School of Textiles a Borås su un progetto di sviluppo artistico in cui ha riprogettato mobili, ha sviluppato bicchieri e posate con prese più facili e ha utilizzato tessuti intelligenti, in altre parole tessili che hanno una tecnologia incorporata all’interno. Il concept comprende tavolo e sedie, un tappeto e un manicotto con riscaldamento integrato, un cardigan con altoparlanti e un braccialetto morbido che è anche un telecomando.
Al fine di misurare e testare la teoria alla base di questa ricerca il Sahlgrenska University Hospital svilupperà una sala di terapia intensiva con la stimolazione multimodale, in cui sono colpiti tutti i sensi. Il lavoro prevede un architetto, medici, personale ospedaliero, musicisti, un progettista, un ingegnere acustico ed uno specialista in cognizione. Nel tentativo di vedere che tipo di risultati l’ambiente sia in grado di produrre, in pratica, i ricercatori terranno conto dell’intera situazione sociale dei pazienti, dei familiari e del personale.
“Vale la pena chiedersi perché ci sono così tanti modelli educativi per i bambini in età prescolare, ma così pochi per gli anziani. Molte persone anziane hanno bisogno di un ambiente molto più stimolante di quello che hanno in questo momento”, ha detto Sahlqvist.