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Autismo: pochi progressi. Ecco i risultati degli ultimi tre anni di ricerche

Scritto da Federica di Leonardo il 02.03.2011

Autismo Nonostante i progressi sostanziali nella conoscenza e nella comprensione dell’ autismo negli ultimi tre anni, non siamo ancora vicini alla possibilità di prevenirlo o di curarlo, secondo Sir Michael Rutter, professore di Psicopatologia dello Sviluppo presso l’Istituto di Psichiatria del King’s College di Londra. In un nuovo studio, Rutter espone i più recenti sviluppi scientifici nello studio dell’autismo, pubblicati tra il 2007-2010. Il suo articolo è disponibile online su Springer’s Journal of Autism and Developmental Disorders.

Il professor Rutter è il primo consulente di psichiatria infantile nel Regno Unito. E’ stato descritto come “il padre della psicologia del bambino”. Il suo documento discute dei progressi scientifici nella comprensione dell’autismo, in relazione a quattro aree principali di ricerca: la comprensione delle caratteristiche cliniche della malattia, i progressi della genetica, i progressi in questioni di ricerca ambientale e lo stato di avanzamento sui trattamenti psicologici.

Le ‘scoperte genetiche’ scavano nelle mutazioni genetiche rare e patogene; sulle variazioni del numero di copia, sugli studi di associazione sull’intero genoma e sull’ epigenetica. Questa sezione, inoltre, pone due interrogativi importanti: Perché non l’autismo non è estinto? Perché i geni di suscettibilità per l’autismo non sono stati individuati?

L’ultima parte del documento, che guarda ai trattamenti psicologici, mette in evidenza il dibattito intorno al valore del trattamento comportamentale molto precoce per il recupero, così come il nuovo metodo di trattamento focalizzato sul miglioramento della sensibilità dei genitori e la reattività. “Vantaggi sostanziali nella conoscenza sono stati raggiunti nel corso degli ultimi tre anni, e ci sono stati alcuni risultati inattesi, ma rimangono grandi enigmi. Dobbiamo essere fiduciosi nei progressi sempre maggiori negli anni a venire, ma sia la prevenzione che  la cura rimangono obiettivi mancati”, dice Rutter.

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  • Anna scrive:

    Un trattamento con staminali da fratello maggiore(2 anni differenza) è attuabile?