Più del 50 per cento dei pazienti infettati dalla nuova aviaria in Cina sono entrati in contatto con il pollame secondo l’Organizzazione Mondiale per la Sanità. Ma questo crea nuovi interrogativi sulla modalità di trasmissione del virus, cioè se sia possibile la trasmissione interumana.
Il virus H7N9 finora ha infettato 87 persone in Cina e ne ha uccise 17, ma non è ancora chiaro come questo persone abbiano contratto la malattia. Un funzionario cinese all’inizio di questa settimana aveva dichiarato che circa il 40 per cento dei pazienti era stato in qualche modo in contatto con il pollame.
Il rappresentante dell’OMS in Cina, Michael O’Leary, ha rilasciato nuovi dati, affermando che la trasmissione interumana è comunque rara
“Dato che l’inchiesta diventa si sta approfondendo abbiamo scoperto che più della metà dei contagiati non ha avuto alcun contatto con il pollame”, ha spiegato O’Leary .
“E’ difficile pronunciarsi definitivamente sui polli”, ha detto. “Si tratta ancora di un virus animale che infetta occasionalmente gli esseri umani. Con rarissime eccezioni, sappiamo che le persone non si contagiano l’un l’altra”.
O’Leary ha spiegato che gli investigatori hanno testato 80.000 uccelli per l’influenza, ma solo 40 sono risultati positivi e nessuno era malato.
“Questo è insolito in quanto non sono stati trovati uccelli malati”, ha detto.
Un team internazionale di epidemiologi e di altri esperti guidati dai funzionari di governo visiteranno i mercati del pollo e gli ospedali a Shanghai e Pechino. Infatti in alcuni mercati alcuni campioni di uccelli sono risultati positivi.
La Cina ha abbattuto migliaia di uccelli e chiuso alcuni mercati di vendita di pollame vivo per cercare di scongiurare la diffusione dell’infezione.
Ma abbattimenti diffusi di pollame sarebbero prematuri secondo O’Leary, senza però criticare gli abbattimenti che sono già avvenuti.
Il Governo cinese ha già avvertito che il numero dei contagiati potrebbe aumentare: molti dei contagi sono avvenuti nel centro commerciale di Shanghai
Secondo un ricercatori dell’Accademia delle Scienze cinese, riportato da un quotidiano nazionale, l’epidemia d’influenza è legata alla migrazione degli uccelli selvatici.
“Il tempo di infezione e il percorso hanno coinciso con la migrazione degli uccelli acquatici”, ha detto Hongxuanal giornale.
Intanto il settore del pollame cinese ha registrato perdite di oltre 10 miliardi di yuan (1,6 miliardi dollari) da quando i casi di influenza sono stati resi noti circa due settimane fa.
Infatti, nonostante si affermi che il contagio non avvenga attraverso l’ingestione della carne, nelle mense universitarie e scolastiche il pollo è stato vietato in via precauzionale e anche sulle linee aree non viene più servito.