Gaianews

Bambini e verdure: e se non le chiamassimo più carote?

Una nuova ricerca ha dimostrato con risultati eccellenti che chiamare le verdure con nomi di fantasia aumenta il consumo da parte dei bambini

Scritto da Nadia Fusar Poli il 17.09.2012

Le verdure sono fondamentali per una corretta e sana alimentazione. Ma quanto è difficile far mangiare la verdura ai bambini: spesso si tratta di un vera e propria avversione. Esistono trucchi o stratagemmi efficaci? Alcuni ricercatori si sono posti la domanda e hanno condotto studi nel tentativo di trovare una soluzione al dilemma cui ogni giorno si trovano di fronte mamme e papà: come convincere i più piccoli che frutta e verdura sono buone tanto quanto la cioccolata? Abituare i nostri piccoli sin dall’infanzia ai sapori e ai colori di questi preziosi alleati della salute, fondamentali per la crescita e la prevenzione di numerose patologie, è molto importante: convincere i bambini che non esistono solo le merendine e le patatine della pubblicità non è una missione semplice, ma non è nemmeno impossibile. 

I ricercatori hanno sostanzialmente mosso le proprie ricerche da una premessa: le scelte alimentari sono in primis sensoriali ed emozionali. Brian Wansink, David Just, Collin Payne, e Matthew Klinger hanno condotto due studi nel tentativo di comprendere se l’utilizzo di nomi buffi, che stimolassero la fantasia dei più piccoli, dunque accattivanti e curiosi, potesse influenzare il consumo di verdure.

Nel primo studio condotto su 147 scolari di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni provenienti da cinque scuole (differenti sia per etnia che per estrazione sociale ed economica), le semplici carote servite alla mensa scolastica, sono state proposte nel menù del giorno come “X-ray Vision Carrots”. L’effetto è stato sorprendente: ben il 66% dei bambini ha deciso di mangiare le carote dai superi poteri (“carote dalla visione ai raggi X”).

Nel secondo studio, i ricercatori hanno esaminato le vendite di alimenti per più di due mesi in due scuole vicine dei sobborghi di New York. Per il primo mese, in entrambe le scuole sono stati offerti prodotti alimentari senza nome, mentre dal secondo mese, in una delle scuole (quella campione) carote broccoli e fagiolini sono stati trasformati in “Power Punch Broccoli”,  “Tiny Tasty Tree Tops” e “Silly Dilly Green Beans…nomi decisamente più intriganti e divertenti. I risultati sono stati eccezionali: l’acquisto di  vegetali è aumentato del 99% nella scuola campione, mentre nelle altre è diminuito del 16%.

Questi risultati mettono in evidenza come un piccolo accorgimento, in questo caso l’uso di nomi di fantasia associati ad alimenti sani e notoriamente poco amati dai bambini, possa influenzare le loro scelte, aumentando conseguentemente il consumo: un  intervento di questo tipo è efficace e praticamente a costo zero.  Insomma, basta poco per  rendere più attraente, invitante, e divertente un piatto di verdure: l’educazione alimentare passa attraverso i sensi e le percezioni e, quindi, anche attraverso la fantasia e il gioco…per un approccio ludico, ma anche didattico e pedagogico, alla corretta alimentazione.

Fonte: http://foodpsychology.cornell.edu/outreach/whatname.html

© RIPRODUZIONE RISERVATA