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Carne rossa fa male al fisico e all’ambiente

Uno studio della Cambridge University stima che ridurre l'assunzione di carne diminuisce l'incidenza di malattie croniche, oltre che la produzione di gas a effetto serra

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 12.09.2012

 carneMangiare meno carne può far bene sia all’organismo che all’ambiente. Lo dice uno studio della Cambridge University che ha stimato che riducendo l’assunzione di carne si riduce l’incidenza di malattie croniche  e anche la produzione di gas a effetto serra.

I dati degli scienziati hanno dimostrato che una riduzione dell’assunzione giornaliera di carne da 53 grammi al giorno per gli uomini (che invece ne mangiano almeno 90) e 30 grammi per le donne (che ne consumano in media 54 grammi) può ridurre il rischio di patologie come il cancro del retto, le malattie cardiovascolari e il diabete dal 3 al 12 per cento. Inoltre con questa riduzione si diminuirebe la produzione di anidride carbonica di 20 milioni di tonnellate l’anno.

I ricercatori hanno anche scoperto che chi mangia più carne rossa mangia in generale di più di chi ne mangia meno.

I dati per lo studio provengono dal National Diet and Nutrition Survey of British Adults del 2000-2001. Ma i ricercatori sostengono che non ci siano stati grandi cambiamenti nelle abitudini alimentari negli ultimi 10 anni.

“Questo indica che le nostre stime restano attuali e che anzi potrebbero essere ottimistiche, quindi bisogna intervenire subito per evitare che ci siano addirittura degli aumenti del consumo nella popolazione del Regno Unito”, hanno scritto i ricercatori dello studio.

Precedenti ricerche hanno dimostrato un possibile legame tra il consumo di carne lavorata e il rischio di cancro, con un rischio aumentato del 19 per cento di cancro al pancreas con un extra di 50 grammi al giorno di carne lavorata, secondo uno studio del British Journal Cancer.

Più recentemente un gruppo di scienziati  ha previsto che tutti saremo costretti ad essere vegetariani  entro il 2050 a causa della sovrappolazione.
“Non ci sarà abbastanza acqua disponibile per produrre cibo per  i 9 miliardi di persone previste per il 2050, se seguiamo le tendenze attuali e la tendenza a seguire le diete più comuni nei paesi occidentali”, secondo la relazione di Malik Falkenmark e altri scienziati dell’International Water Institute di Stoccolma.

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