Gaianews

Cellule uovo umane da staminali, rivoluzione nella medicina

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 29.02.2012

Fecondazione assistitaUna nuova ricerca potrebbe ridare speranza alle donne che hanno problemi di fertilità. Per anni si è pensato infatti che le donne nascessero con un numero predeterminato di ovuli e che il loro corpo non potesse produrne altri. In realtà, si pensava questo non solo per gli esseri umani, ma per tutti i mammiferi. Ora una nuova scoperta rivela che esistono cellule staminali degli ovociti, attraverso cui è possibile produrre un numero infinito di ovuli.

Poi nel 2004, un ricercatore presso il Massachusetts General Hospital ha riferito una scoperta sorprendente. Jonathan Tilly ha scoperto che i topi femmina adulti erano in grado di produrre nuovi ovuli.

Ora, Jonathan Tilly ha esteso il suo lavoro e ha reso nota un’altra scoperta – questa volta sugli esseri umani.

“Abbiamo isolato, in sostanza, l’equivalente femminile delle cellule staminali che sappiamo esistere negli uomini e che producono nuovo sperma. Quindi, avendo isolato queste cellule, credo che si aprirà un nuovo panorama di opportunità”.

Le cellule staminali sono particolari tipi di cellule che, agli stadi iniziali di suddivisione di un embrione, in pochi giorni iniziano a  produrre i diversi tipi di cellule e tessuti che formano il corpo. In alcuni tessuti adulti, le cellule staminali sostituiscono le cellule danneggiate o usurate.

Nel suo nuovo studio, Jonathan Tilly e altri ricercatori hanno rimosso le cellule dalle ovaie, che sono gli organi riproduttivi femminili che producono gli ovuli.

A questo punto i ricercatori dovevano essere sicuri che dalle cellule staminali vere e proprie sarebbero scaturite delle cellule uovo. Per far questo, la squadra ha attaccato alle cellule staminali un pezzo di codice genetico che permette di sintetizzare la proteina fluorescente  in alcune meduse. Se alcuni ovuli presenti sul tessuto fossero state flurescenti, questo significava che le cellule staminali potevano produrle.

Ed è proprio quello che Tilly ha osservato.

I ricercatori hanno osservato con il microscopio delle nuove uova nate in laboratorio. Poi è arrivato l’esperimento fondamentale: sono state iniettate le cellule staminali in pezzi di ovaio umano. Questo tessuto è stato trapiantato sotto la pelle di topi, per fornire nutrimento. Entro due settimane, i ricercatori hanno potuto osservare la nascita di cellule uovo fluorescenti.

E ‘ancora una lunga strada per far nascere ovuli in vitro, ma è chiaro che 60 anni di ricerca medica e l’intera tecnica della fecondazione assistita hanno ricevuto un bello scossone oggi.

“Possiamo anche pensare a tecniche per aumentare la dimensione della riserva di ovuli nelle ovaie, quando è auspicabile farlo”, ha concluso Tilly.

Il suo articolo è stato pubblicato online questa settimana sulla rivista Nature Medicine. Le reazioni non si sono fatte attendere, da chi  ha sollevato critiche per l’utilizzo dei topi per far crescere cellule riproduttive umane, a chi si chiede come mai, se le cellule staminali possono far nascere ovuli, le donne vanno in menopausa. In ogni caso saranno necessari nuovi studi per comprendere meglio quali sono le conseguenze della scoperta di Jonathan Tilly, sia scientifiche che etiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA