Ricercatori della Stanford University hanno creato un minuscolo dispositivo che può fungere da pace maker ed essere alimentato con un dispositivo esterno grazie alle onde elettromagnetiche. Per ora il dispositivo è stato inserito con successo in un coniglio ed è stato sperimentato anche su maiali. Per i ricercatori il prossimo passo è la sperimentazione sugli uomini, anche se qualcuno solleva dei dubbi sulla sicurezza e l’opportunità di legare il funzionamento di un pacemaker che quindi dovrebbe salvare la vita, ad un dispositivo esterno.
Questo esperimento rappresenta la prima volta che un dispositivo del genere, con alimentazione esterna, viene impiantato con successo su un animale vivente.
Ad oggi i pacemaker vengono impiantati con una operazione che poi deve essere ripetuta per sostituire la batteria quando questa si scarica. La realizzazione di un dispositivo come quello impiantato nel coniglio, che sia funzionante anche sugli umani, quindi, potrebbe ridurre di molto le difficoltà dell’impianto del pacemaker.
“Il nostro dispositivo è piccolo , quindi sarà molto più facile da trasportare nel corpo “, dice Ada Poon della Stanford University, che ha guidato il team che ha impiantato il piccolo pacemaker.
Il piccolo pacemaker non ha la batteria ed è lungo appena 3 millimetri. Una piastra di metallo, alimentata solo da una batteria, viene poi tenuta a pochi centimetri dal corpo dell’animale. La piastra trasmette 2000 microwatts al pacemaker attraverso onde elettromagnetiche.
Finora questa soluzione era stata scartata dai ricercatori in quanto le onde elettromagnetiche, dovendo anche attraversare il corpo, risultavano troppo deboli. Poon ha ovviato a questi inconvenienti facendo in modo che il fascio di onde si diriga precisamente verso il piccolo dispositivo e utilizzando una frequenza alta, che si propaga con più facilità.
“Penso che tra le soluzioni che vengono proposte per alimentare un impianto, questo sembrerebbe essere la più affidabile,” afferma Patrick Mercier dell’Università della California, San Diego, che lavora sull’alimentazione wireless per gli impianti. L’impianto è già stato testato anche sui maiali.
Ora i ricercatori hanno creato una società, Vivonda medica, in modo da poter sperimentare il dispositivo anche sull’uomo. Nella versione per gli uomini la piastra potrebbe diventare addirittura un cerotto. Il dispositivo potrebbe anche essere utilizzato anche come elettrostimolatore per il cervello, nel caso di trattamenti di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson.
Alcuni oggi però si chiedono se sia possibile , considerando che il pacemaker è un dispositivo salvavita, affidare il suo funzionamento ad un dispositivo esterno. E’ questo il dubbio del professor Robert Puers della Università Cattolica di Lovanio, in Belgio.