Continua la protesta del Comitato 16 novembre in rappresentanza dei disabili gravi e gravissimi. Iniziata durante il Governo Monti la protesta chiede che vengano sbloccati i 275 milioni di finanziamento a sostegno dei malati e che venga approvato un piano nazionale. Oggi in queste ore, i malati protestano in carrozzina e con i respiratori sotto la sede del ministero dell’Economia e delle finanze a Roma.
“Mercoledì 12 giugno, dalle ore 10 e 30, davanti al Ministero Economia e Finanze vi troverete, vis a vis con la vergogna – annuncia Mariangela Lamanna, vicepresidente del Comitato 16 novembre -. Ci saranno i paralizzati in carrozzina, con respiratori e salvavita, provenienti da ogni parte d’Italia, armati solo della dignità offesa e del diritto di ogni persona, disabile o abile, a vivere la propria dimensione nel miglior modo possibile”.
Quando una persona viene colpita da una malattia invalidante grave, non è solo la vita della persona ad essere travolta, ma anche quella dei suoi famigliari. E’ infatti necessario che almeno no dei famigliari lasci il alvoro per accudire la persona che ha bisogno di assistenza in tutto l’arco della giornata. Per questo l’associazione chiede nel piano nazionale sia contemplata la possibilità dell’assistenza domiciliare.
“Cosa chiederanno mai questi malati – si interroga Lamanna – se non assistenza, sostegno economico, libertà di accesso alle cure? Sono circa tre milioni i cittadini italiani, di ogni età, feriti da disabilità, impediti a lavorare, studiare, crescere e vivere. Cancellati dai programmi politici, esclusi dai dibattiti, assenti in ogni riforma: il loro diritto alla vita resta nei buoni propositi e negli articoli della Costituzione. Colpiti da malattie devastanti, la parte più debole ed esposta del popolo italiano. Dimenticati con le loro famiglie da tutti, ma non dalla disoccupazione, dalle tasse che comunque devono pagare con pensioni da fame. Con qualcosa in più: sofferenza fisica e morale, la morte per mano, l’indifferenza di chi potrebbe ma non fa, la dignità negata”.
“Il Comitato 16 Novembre si rifiuta di accettare passivamente questo ignobile silenzio e proprio loro, i più deboli della società, grideranno meglio di chiunque altro quali sono i bisogni ma anche gli sprechi, gli abusi, cosa è inutile e quanto è necessario fare per cambiare un sistema che non funziona, presentando un progetto per riformare il Sistema Assistenziale, realizzabile, sperimentato, in linea con la tenuta dei conti, e con la dignità di chi, senza colpa alcuna, è costretto a vivere con una grave disabilità”.