Uno studio condotto da ricercatori della University of Kent e pubblicato sulla rivista PLoS One ha indagato gli effetti del’informazione che teorizza una cospirazione nell’ambito dei vaccini.
Secondo i ricercatori i siti cospirazionisti anti-vaccino sono i primi ad apparire nelle ricerche che si effettuano su internet e sempre più spesso le persone si rivolgono alle ricerche on line per farsi un’opinione, piuttosto che a degli esperti.
Le teorie cospirazioniste coinvolgono diversi ambiti della vita e diversi episodi che hanno segnato la nostra storia, dall’assassinio del presidente Kennedy, alla morte di Lady Diana, all’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Una teoria riguarda anche i vaccini: secondo i cospirazionisti i vaccini sarebbero dannosi e questi effetti collaterali sarebbero nascosti dagli scienziati insieme con le aziende farmaceutiche affinchè queste ultime possano continuare ad avere introiti dalla vendita dei vaccini.
La teoria ha avuto maggiore visibilità dopo la pubblicazione di un articolo di Andrew Wakefield sulla rivista The Lancet nel 1998, riguardante un possibile legame tra la vaccinazione contro il morbillo (MMR) e la comparsa dell’autismo. Anche se l’articolo è stato poi ritrattato, la ricerca è stata screditata e all’autore non è stato più permesso di esercitare la professione medica, restano molti dubbi in molte regioni del mondo e i tassi di vaccinazione MMR restano ben al di sotto del raccomandato 95%.
“Nel 2008,” scrivono i ricercatori,”il morbillo è stato dichiarato endemico nel Regno Unito, 14 anni anni dopo che la sua diffusione era stata fermata nella popolazione.”
I ricercatori hanno affermato che nonostante si stia portando avanti una comunicazione corretta sulla vaccinazione, la teoria cospirazionista resta un ostacolo che viene studiato nella ricerca pubblicata.
I ricercatori Daniel Jolley e Karen Douglas, della Scuola di Psicologia dell’Università, hanno intervistato 89 genitori sul loro parere sulle teorie complottiste contro il vaccino e hanno poi chiesto le loro ipotetiche intenzioni di vaccinazione di un figlio immaginario.
I ricercatori hanno potuto constatare che chi credeva nella teoria del complotto aveva una minore possibilità di vaccinare il proprio figlio.
In un secondo studio 188 partecipanti sono stati esposti a informazioni riguardanti le teorie del complotto. Si è constatato che la lettura di questo materiale ha ridotto l’intenzione di vaccinare un figlio immaginario, rispetto ai partecipanti che avevano invece letto informazioni che confutavano le teorie o rispetto al gruppo di controllo.
Daniel Jolley ha dichiarato: “Questa ricerca è tempestiva a fronte di un calo dei tassi di vaccinazione e della recente emersione di teorie anti vaccinazione nel Regno Unito, come per il morbillo. I nostri studi dimostrano che le teorie anti-vaccino possono rappresentare un ostacolo per la somministrazione del vaccino, che potrebbe potenzialmente avere conseguenze significative e dannose per la salute dei bambini”.
Il dottor Douglas ha aggiunto: “Sono necessarie ulteriori indagini per identificare le conseguenze sociali del cospirazionismo e per identificare potenziali modi per combattere gli effetti di una cultura del complotto sempre crescente.”