Secondo uno scienziato che ha riferito oggi al 243esimo National Meeting & Exposition of the American Chemical Society’s (ACS), il test standard utilizzato per rilevare residui di proteine del latte negli alimenti trasformati non è del tutto affidabile
Joseph L. Baumert, che ha guidato lo studio, ha spiegato che il trattamento termico e non termico degli alimenti può modificare le proteine responsabili dell’ allergia al latte in modo da rendere le proteine più difficili da rilevare con il test standard ELISA. Tuttavia la trasformazione, secondo lo studioso, può ancora far sì che le proteine del latte possano causare prurito, occhi che lacrimano, problemi alle vie respiratorie e altri sintomi, a volte più gravi dell’allergia al latte, nonostante l’impossibilità di rilevare i residui del latte.
“I risultati di questi studi potrebbero essere utilizzati dai produttori di kit ELISA in commercio per aiutare a migliorare la rilevazione di residui di latte nei prodotti alimentari trasformati. Il miglioramento di auesti test può essere adottato dall’industria alimentare, se necessario, per consentire il rilevamento affidabile di latte residuo a prescindere dal tipo di lavorazione che viene utilizzata” ha detto.
Anche le industrie alimentari usano i test ELISA per verificare che non ci siano nei prodotti proteine alimentari che contengano proteine del latte.
L’intolleranza al latte è diversa da quella al lattosio, lo zucchero presente nel latte. La prima causa bruciore agli occhi e ingrossamento delle vie respiratorie e ha bisogno di interventi immediati, la seconda agisce di più nell’apparato digerente.
Baumert, dell’Università del Nebraska-Lincoln, ha spiegato che il riscaldamento e l’ulteriore trasformazione degli alimenti possono causare un’aggregazione delle proteine del latte tanto da rendere difficile la soluzione delle proteine del latte, che permette che vengano rilevate nel sistema ELISA. L’aggregazione non necessariamente distrugge la capacità della proteina di innescare una reazione allergica in soggetti sensibili.
Il team ha studiato anche come il test ELISA funziona quando le proteine del latte sono bollite, fritte o riscaldate in altri modi. I risultati potrebbero aiutare l’industria alimentare e i produttori di ELISA ad apportare le modifiche per una migliore tutela dei consumatori con allergie al latte: gli scienziati stanno facendo altri studi simili sugli alimenti che contengono uova e arachidi, entrambi fra le cause più comuni di allergia alimentare.
Quando si parla di allergie e intolleranze al latte bisognerebbe anche pensare che l’uomo è l’unico animale in natura che se ne nutre anche dopo lo svezzamento, forse queste allergie sono solo una risposta naturale del nostro organismo.