Un bicchiere di vino al giorno toglie il medico di torno, sembra dire un recente studio di ricercatori svizzeri. Con il diffondersi di obesità e diabete di tipo 2 (DM) in tutto il mondo con un carattere per molti versi epidemico, lo studio delle abitudini di vita che possono influenzare il rischio di malattie metaboliche è particolarmente importante.
La maggior parte degli studi prospettici hanno dimostrato che i bevitori moderati tendono ad avere un rischio di circa il 30% inferiore di sviluppare il diabete ad esordio tardivo rispetto ai non bevitori. I bevitori moderati tendono anche ad essere a basso rischio di sviluppare la sindrome metabolica (SM). La sindrome metabolica è il nome dato ad una cosiddetta ‘malattia dello stile di vita’, in cui i pazienti presentano più problemi medici, tra cui ipertensione, diabete e colosterolo alto.
Un’analisi trasversale su 6.172 soggetti di età fra i 35 e i 75 anni in Svizzera ha rilevato i diversi livelli di assunzione di alcol in presenza di diabete 2, sindrome metabolica e di un indice di resistenza insulinica (HOMA-IR).
Il consumo di alcol è stato classificato con le categorie: non-bevitori (0), a basso rischio (1 consumazione a settimana), medio-alto rischio (14 consumazioni a settimana) e bevitori a rischio molto alto (35 consumazioni a settimana) . Il 73% dei partecipanti ha consumato alcol a basso rischio, il 16% erano bevitori a medio-alto rischio e il 2% bevitori a rischio molto alto.
Risultati dello studio: In un’analisi multivariata, la prevalenza della sindrome metabolica, del diabete e della media di HOMA-IR sono diminuiti con i bevitori a basso rischio e sono aumentati con i bevitori ad alto rischio. La prevalenza della sindrome metabolica è stata del 24% nei non bevitori, del 19% in quelli a basso rischio, del 20% per i bevitori a medio-alto rischio e il 29% nei bevitori a rischio molto alto. La prevalenza di diabete era del 6,0% nei non bevitori, del 3,6% nei bevitori a basso rischio, del 3,8% nei bevitori a medio-alto rischio e del 6,7% nei bevitori a rischio molto alto. Queste relazioni non differiscono a seconda del tipo di bevanda assunta.
I bevitori moderati avevano anche minor peso, valori di trigliceridi e pressione arteriosa. Tutti i bevitori avevano più alti valori di colesterolo HDL (cioè il colesterolo buono) rispetto ai non bevitori.
I punti di forza di questo lavoro includono l’essere basato sulla popolazione e con un gran numero di soggetti che hanno riferito di aver consumato 14 o più drink a settimana. Inoltre, c’è stata una buona percentuale (27%) dei soggetti in esame che non ha assunto alcol durante la settimana di valutazione utilizzata per classificare i soggetti. Altro punto di forza è la conferma delle dichiarazioni di assunzione di alcol con esami di laboratorio. All’analisi multivariata, la prevalenza della sindrome metabolica, del diabete e dell’ HOMA-IR è diminuita con i bevitori a basso rischio e aumentata con i bevitori ad alto rischio. Non sono state rilevate differenze a seconda del tipo di bevanda consumata.
I ricercatori ricordano che si tratta di una analisi cross-sezionale, ossia uno studio che “fotografa” la situazione attuale, senza effettuare analisi longitudinali nel tempo, quindi non è possibile dedurre da tale analisi una relazione di causa-effetto tra assunzione di alcol e sindrome metabolica. Tuttavia, i dati supportano ciò che è già stato dimostrato in precedenza da studi prospettici.