Il sonno complessivo – misurato oggettivamente – è molto più importante per la soddisfazione nella relazione di coppia che la qualità del sonno soggettiva
Chi ha dei figli piccoli sa bene che il sonno è qualcosa di prezioso e di raro. Uno studio del Laboratorio di Neuroscienze comportamentali dell’Università della West Virginia dice che non basta la buona volontà da parte dei genitori, ma ci vuole anche un certo numero di ore di sonno giornaliere per non entrare in crisi di coppia. La soddisfazione nel rapporto tra i genitori alla prima esperienza con un nuovo nato, infatti, sembrerebbe legata alla quantità di sonno che ottengono mentre si prendono cura del bambino, secondo una ricerca presentata il 9 giugno 2010, a San Antonio, Texas, presso la conferenza annuale SLEEP 2010.
I risultati indicano che la soddisfazione del rapporto tra i nuovi genitori è risultata fortemente associata il tempo oggettivo di sonno totale misurato da un sistema elettronico (actigrafia). La relazione tra ore di sonno oggettivo e qualità della relazione tra i genitori è risultata più forte di quella tra il sonno soggettivo percepito dai membri della coppia e la qualità della relazione tra genitori.
“Siamo stati sorpresi di scoprire che la misurazione dei periodi di sonno predicevano la qualità della relazione molto meglio delle opinioni soggettive delle coppie,” ha detto l’autore Salvatore Insana, un assistente di ricerca alla West Virginia University a Morgantown. “In altre parole, come i genitori dormivano ha avuto un impatto maggiore sulla soddisfazione nel loro rapporto rispetto a come pensavano di dormire. Questo è vero sia per i padri che per le madri”.
Lo studio ha anche riscontrato che i padri erano più soddisfatti rispetto a quanto i loro partner pensavano che fossero. Infatti, le madri avevano significativamente sottovalutato la soddisfazione del rapporto dei padri. Inoltre, le madri avevano sopravvalutato la qualità del sonno dei padri (pensavano i compagni più stanchi di quanto effettivamente fossero) e i padri avevano sottovalutato la qualità soggettiva del sonno delle madri.
Insana e l’autore principale dello studio Hawley Montgomery-Downs hanno studiato 22 coppie che sono state per la prima volta genitori. I genitori avevano un’età media di 27,6 anni, ed i dati sono stati raccolti da ogni coppia una media di sette settimane dopo la nascita del loro bambino. L’efficienza del sonno dei genitori e il tempo di sonno totale sono stati misurati con una settimana di actigrafia al polso continua. I partecipanti hanno inoltre fornito ogni mattina una relazione soggettiva del proprio sonno e del sonno del partner. Alla fine della settimana, i partecipanti hanno riferito la soddisfazione propria e quella (presunta) del partner.
Sebbene lo studio non ha consentito un esame preciso delle cause, Insana ha detto che è logico presumere che i disturbi del sonno dopo il parto abbiano un effetto negativo sulla soddisfazione del rapporto. Quindi è importante per i medici aiutare i nuovi genitori a prepararsi alle sfide che dovranno affrontare dopo la nascita di un figlio – anche alle notti in bianco.
“Misure preventive sul sonno nel periodo successivo al parto potrebbero potenzialmente essere utilizzate per ammortizzare la diminuzione di soddisfazione nel rapporto tra i nuovi genitori”, ha detto Insana. “Inoltre, la soddisfazione nel rapporto parentale è stata precedentemente associata a comportamenti genitoriali positivi, pertanto i nostri risultati attuali potrebbero essere utilizzati per promuovere la relazione positiva tra i genitori e, in ultima analisi, uno sviluppo più sano del bambino.”
Insana ha aggiunto che una ricerca precedente ha trovato che i genitori hanno alti livelli di disturbi del sonno ed una significativa spossatezza nelle ore diurne nel periodo postpartum.
“Cumulativamente, questo studio suggerisce che i genitori dopo il parto, i loro bambini e la società possono beneficiare di una estensione delle politiche di licenza dal lavoro dei genitori”, ha detto. (fonte Eurekalert)