Ricercatori della Yale University hanno trovato un interruttore genetico che sarebbe un elemento chiave della depressione e che potrebbe essere il nuovo obiettivo dei futuri farmaci antidepressivi, come riporta una ricerca del 17 ottobre comparsa sul giornale Nature Medicine.
“Questa potrebbe essere una causa primaria, o almeno uno dei principali fattori della depressione e delle disfunzioni nel passaggio di segnali nel cervello che portano alla depressione,” ha detto Ronald S. Duman, professore di psichiatria e farmacologia presso l’Università di Yale e principale autore dello studio. Gli scienziati fino ad oggi hanno avuto qualche difficoltà a capire le cause della depressione, che affligge circa il 16% degli americani ogni anno e che è un peso economico, solo per gli Stati Uniti, di 100 miliardi di dollari.
I sintomi della depressione variano molto da persona a persona. Molti credono che diversi processi fisiologici contribuiscano contemporaneamente nella maggior parte dei pazienti. Questo spiegherebbe perché le persone rispondono in maniera differente ai più comuni antidepressivi, che agiscono sulla quantità di serotonina (un neurotrasmettitore) rilasciata.
Tuttavia, almeno il 40% dei pazienti depressi non rispondono alle cure attualmente disponibili, che impiegano settimane o mesi per produrre una risposta terapeutica. Il gruppo di Duman ha eseguito estese analisi del genoma di campioni di tessuto di 21 persone decedute a cui era stata diagnosticata la depressione, e ha comparato i livelli di espressione genica con quelli di altri 18 pazienti, sempre deceduti, che non avevano avuto la depressione.
I ricercatori hanno trovato che un gene chiamato MKP-1 era presente di una quantità doppia nel tessuto cerebrale dei pazienti depressi. Questo risultato è stato particolarmente significativo, secondo gli studiosi, in quanto il gene disattiva un percorso molecolare cruciale per la sopravvivenza e per la funzione dei neuroni, e il suo indebolimento è implicato con la depressione, ma non solo. Il gruppo di Duman ha anche trovato che se il gene MKP-1 gene viene rimosso dai topi, essi diventano resistenti allo stress. Quando il gene è attivato, invece, i topi mostrano comportamenti depressivi.
La scoperta che un regolatore negativo di un percorso neurale fondamentale è presente maggiormente nei casi di depressione suggerisce che il gene MKP-1 potrebbe diventare un potenziale target per una nuova classe di farmaci, in particolare per quei tipi di depressione resistenti agli altri trattamenti.