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Istituto Superiore di Sanità: pericolo alcolismo nei giovani italiani

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 14.04.2012

Binge drinkingAl di fuori delle parrocchie, i giovani italiani sembrano sempre più affascinati dal fenomeno del bing drinking, ossia il consumo di alcol al fine di ubriacarsi pesantemente. Il fenomeno, formalmente riconosciuto ormai da parecchi anni, inizia ad assumere i contorni di un’emergenza nazionale, con milioni di giovani tra gli 11 e i 25 anni interessati.

I dati, diffusi in occasione dell’Alcohol Prevention Day dall’Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS, sono preoccupanti. Almeno 8 milioni di italiani consumano alcolici smodatamente e ci sono oltre 4 milioni di binge drinker, quelli che almeno una volta nel corso dell’ultimo anno hanno consumato più di 6 bevande alcoliche in un’unica occasione.

Analizzando in dettaglio la cultura del bere a rischio, i dati dimostrano che, tra gli 11 e i 25 anni, andare ai concerti, in discoteca, agli eventi sportivi, al cinema, nelle associazioni culturali aumenta la probabilità di consumi a rischio.

Unica eccezione all’adozione prevalente del bere a rischio giovanile nei luoghi di aggregazione risulta l’incontrarsi e il frequentarsi nei luoghi di culto in cui appare, invece, massima la probabilità di non essere consumatori.

Anche la conoscenza sui social network tra i giovani può essere un ulteriore fattore che incrementa la probabilità di orientare verso un consumo alcolico a rischio.

Per quanto riguarda la pubblicità, sono ben 65 milioni di euro gli investimenti annui per la promozione sul web e sui social network di bevande alcoliche.

In particolare, la ricerca ha analizzato che i messaggi pubblicitari tramite pop-up, subìti e inevitabili, e la mancanza di qualunque filtro comunicativo “espone all’acquisizione di standard comportamentali spesso non salutari, specie per i giovanissimi”, recita il comunicato.

I ricercatori dicono che sempre più numerose e consolidate sono le evidenze di una crescente cultura del bere sino all’intossicazione, da parte di un numero rilevante di giovani, di minori al di sotto e sopra l’età legale in Italia. Tra gli 11 e i 25 anni oltre 1 milione e trecentomila, ragazzi e di ragazze, bevono in maniera sporadica, occasionale o quotidiana secondo modalità a rischio per la salute e la sicurezza e che richiedono iniziative di intercettazione precoce del rischio e intervento secondo modalità già individuate dall’ISS e oggetto di formazione medici e psicologi del SSN attraverso i corsi IPIB finanziati dal Dipartimento per le Politiche Antidroga e dal Ministero della Salute.

“E’ una dimensione, quella dei luoghi e dei momenti di aggregazione giovanile, caratterizzati dall’uso dell’alcol come principale sostanza psicoattiva, disinibente, lubrificante, euforizzante salvo divenire depressiva quando si affrontano gli effetti di quantità pur minime che l’organismo di un adolescente non può fisiologicamente affrontare”, spiega Emanuele Scafato, Direttore dell’Osservatorio Alcol CNESPS che ha elaborato i dati sulla base dall’Indagine annuale Multiscopo dell’Istat.

Dai dati dell’ISS emerge che ci sono fattori comportamentali e sociali che influenzano in modo significativo il consumo alcolico. La frequenza dei fumatori tra i ragazzi e le ragazze di 11-25 anni è massima tra i consumatori a rischio, confermando che la relazione d’uso tra queste due sostanze va di pari passo e si configura come una co-dipendenza dal legame molto forte.

“Anche il peso è una variabile da tenere in considerazione, e non per il sovrappeso ma per il rischio contrario: il sottopeso” continua Scafato. “Emerge dai dati, anche se non in maniera statisticamente significativa, la tendenza da parte delle ragazze sottopeso a bere prevalentemente secondo modalità a rischio. I dati non consentono di porre valutazioni specifiche ma la cautela che tale fenomeno richiama è quella insita nel rischio della drunkorressia, condizione in via di diffusione tra le teen agers che acquisiscono le calorie di cui hanno necessità esclusivamente dall’alcol sommando così una doppia condizione patologica : l’anorressia e l’alcoldipendenza”.

Il progetto Alice RAP

Per conoscere meglio il problema, l’Istituto Superiore di Sanità sta lavorando a livello europeo nel progetto Alice RAP sulla rivalutazione delle conoscenze sulle dipendenze, non esclusivamente all’alcol, ma anche ad altre sostenze psicoattive oppure al gioco d’azzardo, al sesso, ai videogames, anche tra gli adulti.

Il progetto rappresenta la risorsa di riferimento della Commissione Europea con centinaia di ricercatori coinvolti e impegnati nel produrre evidenze scientifiche e nuove conoscenze consultabili alla pagina web Alicerap.

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  • Lorella scrive:

    Purtroppo i giovani che praticano certe abitudini, in genere sottovalutano il problema.cosa fare ?